Il texas songwriter
Casey Donahew registra a Denton il suo quarto disco
Moving On e non intende smuoversi dal rock chitarristico che fa tanto di college anni ’90 condito con le ricette country di casa. Francamente dopo il positivo live
Raw-Real In the Ville ci si aspettava qualche passo in avanti da questi ragazzoni del North Texas e la produzione di Erik Herbst non giova molto a vedere gli ultimi suoi risultati (penosi con la Eli Young Band, alle indecisioni della Kyle Bennett Band) ma comunque sia a parte il lato “commerciale” d'obbligo per sedurre quanti più ascoltatori possibili,
Moving On riesce a sollecitare la curiosità e smuovere i piedi, sebbene i cuori spezzati si moltiplicano non è poi così difficile fingere interessamento con il ritmo vivace che distribuiscono le 13 canzoni fin dall’iniziale piacevolezza rootsy di
Ramblin’ Kind, tra un bel gioco di violini da puro texas country.
Iniziano a fioccare i fazzolettini, il violino di Milo Deering lacrima e la malinconia abbraccia il suono in toto in
Breaks my Heart, più roccate
Next,
Nowhere Faster,
Burn This House Down seppur sempliciotte si lasciano tutte ascoltare. Adorabili
Let Me Love You e
California ovvero ‘melodie del desiderio’ in cui i personaggi sono alla continua ricerca di contatti e dove i loro spostamenti sentimentali sono disordinati e in uno stato di precario equilibrio, fanno coppia con la ballatona
Break Me Down che impazzerà nelle road house, ma quando decidono di affidarsi agli statuti classici del country, amore e dolore, ci infilano prima una perla texas-roots-country come
Strong Enough -notevole la steel guitar e l’immancabile violino- e poi una lucida texan-rock ballad come
Broken.
La fin troppo gentile
Angel è troppo anonima, anche se la droga le da una evidente patina di interesse “
She’s only 29 but she’s aged beyond her years”, il piano e l’orchestra la smontano velocemente, cosa che non accade quando si lasciano avvolgere dal calore ruspante di casa, incantevole il texas-country della trascinante
Moving On e la texas-ballad della hidden track non è da meno.
Moving On non si ritaglierà una pagina di primo piano nella discografia della
Casey Donahew Band, vuoi per una evidente esilità, vuoi per una eccessiva carica sentimentale, ma è un disco onesto che merita comunque rispetto e un ascolto.