BLACK CROWES (Before The Frost )
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  Recensione del  02/12/2009
    

I Corvi sono in salute! Questa la buona notizia all’ascolto delle nuove undici tracce di Before The Frost che con gli altri otto brani di Until the Freeze (+ una cover di Stephen Stills, il classico So Many Times album scaricabile direttamente dal loro sito), portano ad una ventina in totale quello che è più di un ringraziamento ai loro fans che li seguono da una ventina di anni.
Ambedue i dischi arrivano direttamente dalle cinque serate registrate al Levon Helm Studios Woodstock, N.Y, sempre davanti al loro pubblico ma mentre Until the Freeze è per lo più acustico, tra country e bluegrass con violini e pedal steel (e si capisce il perché fosse gratuito…) Before the Frost è tutt’altra cosa. Southern-R&B e rock di stampo classico, quello che meglio descrive il suond dei Black Crowes che si lasciano andare fin troppo esagerando su un paio di pezzi, scavando troppo nel funk e nella psicadelia della stramba I Ain't Hiding che rappresenta un esperimento azzardato perchè l’altra, Make Glad, ha una luce chitarristica del tutto particolare.
Direttamente dagli anni ’60 e ’70 arrivano la splendida corsa chitarristica di Good Morning Captain, la torbida Kept My Soul e la nervosa Been A Long Time (Waiting On Love) quasi a suggerire adrenalinicamente il piacere-paura di chi è dove non dovrebbe, guardando dal buco della serratura frammenti di un amore che gli sono abitualmente preclusi. Ballate meravigliose come Appaloosa e la conclusiva Last Place That Love Lives -acustica e struggente-, hanno addosso tutti i segni del loro passato, sintomo di uno splendore mai perduto dei fratelli Robinson, come la melodia avvolgente di A Train Still Makes A Lonely Sound o il piano malinconico di Houston Don't Dream About Me, sono ovviamente un viaggio nella loro musica, di viverla, di sorbirla tanto basta per chiedersi che ‘cacchio’ ci faccia su Before The Frost il funky-pop di I Ain't Hiding??
Passi per il clima old style agreste-bluegrass di What Is Home o i coretti laccati di And The Band Played On (con un cambio di ritmo a dir poco splendido!) ma il funk proprio non va giù… certo il clima hippie-bluegrass di Kept My Soul Aimless Peacock che apre il bonus disc di Until the Freeze non è proprio il manifesto ideale della musica dei Black Crowes ma almeno si può ascoltare: da segnalare resta solo il finale dove i fratelli Robinson duettano con Larry Campbell nella cover di So Many Times, alla slide della country ballad di Fork In The River.
Ma dopotutto vale la pena ripetersi: lunga vita ai Black Crowes!!