MICHAEL McDERMOTT (Hey La Hey)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  01/11/2009
    

La nostalgia della meravigliosa So Am I apre un tunnel nella memoria che va a ripescare l’esordio felice di 620 W. Surf mentre alle foto sul booklet spetta il compito di rispolverare quello che scriveva proprio nel 1990 sul suo esordio: "I'm a hopeless romantic. People and loved ones are an important part of my music".
18 gli anni di onesta carriera di Michael McDermott nel sottobosco di quei songwriters tormentati dai demoni, ma al contrario della maggior parte di loro, i 'suoi? demoni non lo hanno abbandonato nel corso del tempo, non hanno preferito accasarsi altrove, son cresciuti con lui, son cambiati insieme a lui, e non ultimo è arrivato il matrimonio con Heather Horton, che non si appropria solo di un paio di canzoni ma porta nuova linfa nei ritratti malinconici delle stagioni della vita del suo undicesimo album, Hey La Hey, ancora testimonianze d’individui che appaiono vinti, resi impermeabili a qualunque gioia.
So Am I voce, piano, chitarra acustica e la pregevole armonica sul finale basta da sola ad avallare l’acquisto di un disco anche se non mantiene le premesse, ed è curioso come nella seguente Hard To Break decida di tenersi in disparte e lasciando alla moglie il microfono per cantare i desideri di cambiamento di un uomo affezionato agli errori, un amore che con la sua scia distruttiva si impossessa anche di I Wanna Know Why, il lato pop facilotto di Michael che non tutti amano mandare giù soprattutto quando ascolti un brano come The Great American Novel, una dark story dove la bottiglia detta i tempi morti di uno scrittore sempre più lontano dalla sua penna.
Le storie non a lieto fine abbondano, le tenebre elettro-acustiche di Room 411 sono meno accattivanti di quelle di The Ballad Of Johnny Diversey, entrambe tragiche come la deliziosa The Year It All Went Wrong, da Memphis, con una pistola in mano mentre i sogni vanno in fumo, leggere tracce roots all’orizzonte che catturano particolarmente nell’ascolto di Dream Come True che sembra una confessione “For the last ten years I wandered alone, boots worn out with a heart of stone.” Il Michael McDermott elettrico che non si può che amare tra rock&roots, ma lungo la strada di questo solitario cowboy in cerca del modo di tornare a casa quel pop del suo ultimo periodo resta a galla nella title-track a ricordarci gli ultimi contraddittori dischi, un vero peccato!
Il piano e la struggente bellezza di Carry Your Cross chiude con uno spiraglio d’ottimismo, tra lo spirituale la speranza, Hey La Hey, un disco non proprio convincente ma che serve a smussare certe impressioni del recente passato e a suggerire qualche rilettura diversa del suo ultimo periodo.