WARNER E. HODGES (Centerline)
Discografia border=parole del Pelle

  

  Recensione del  26/06/2007
    

Talento della chitarra cresciuto in una famiglia di country dipendenti, ma il piccolo Warner a quindici anni nella sua stanza suonava rock&punk sebbene vivesse in quel di Nashville città a cui deve davvero molto per avergli fatto conoscere Jason Ringenberg con cui ha iniziato a suonare agli inizi degli anni ’80 (carriera spezzettata e ripresa nel 1990).
Warner E. Hodges chitarrista degli Scorchers è uno di quelli che vive per il rock, di quelli posseduti dal demonio (basta vedere cosa combina su di un palco con la chitarra: corre come un ragazzino suonandola tranquillamente adagiandosela sulle spalle mentre saltella come un forsennato (un'istantanea per tutti coloro che si accingono a vendere l’anima al diavolo).
Centerline, il suo debutto, è dedicato a tutti coloro che ricordano con affetto gli Scorchers ma anche a chi ama un suono chitarristico e potente, quel rock stradaiolo con tanto di armonica mischiato col blues e ad un po' di country naturalmente che non poteva di certo mancare nell’esordio di Warner H. Hodges che giura amore alla Fender Telecaster sin dall’avvio con l’impetuosa Gimme Gimme molto stoniana, impreziosita da un pizzico di R&B ed è questa la formula vincente di Centerline e delle restanti 9 tracce.
Da Whole Lotta Fun alla ballata splendida di Branded Man di Merle Haggard (non proprio alla stessa altezza l’altra cover, la bluesy She's Tuff di Jerry McCain) che Hodges riveste con una leggera patina roots ma l’aria di tempesta Hodges la riprende tranquillamente dalle toste Hell To Pay e How It's Gonna Be dove il corpo torna a smuoversi come quello di Hodges dove tatuaggi e rughe la dicono lunga per uno che urla I Love you,Baby, e se lo spunto sarà pure banale il brano è divertente e poi la grandinata riff è quanto mai accattivante in uno di quei rockacci che riascolteresti di continuo.
Altra parentesi acustica molto più introspettiva ma sempre splendida è Times Marches on, riff dolci sulla circolarità del tempo e l’ineluttabilità del destino, sull’unione indissolubile tra passione e sofferenza prima di chiudere alla sua maniera con Air That I Breathe e Harvest Moon. Warner E. Hodges forse scomparirà come i suoi Scorchers o andrà a suonare in qualche stramba band e non ne azzeccherà più una, ma chissenefrega, Centerline è, e resterà, un bel disco di pura dinamite.