JACKSON TAYLOR & THE SINNERS (Ace n’ Eights)
Discografia border=parole del Pelle

     

  Recensione del  01/10/2009
    

Ace n’ Eights è l’ennesimo teatro delle passioni dei fuorilegge che sembra non accusare cedimenti in una discografia che inizia a farsi corposa, e Jackson Taylor insieme ai The Sinners con cadenza quasi biennale -in quello sporadico lasso di tempo lontano dal palco-, ci sciorina con secca precisione il consueto mix irresistibile di lente schermaglie e improvvise cariche degne di una plaza de toros dove finiscono vendetta, avidità, solitudine, sesso, whiskey, solidarietà, amicizia, sacrificio ed egoismo. La bellezza dei suoi dischi risiede nel costante ‘sforzo’ di restare fedele allo status di Outlaw, colui che riesce a scansare le trappole del sentimento –la vendetta, l’amore, l’onore, l’amicizia- che lo insidiano lungo il suo continuo muoversi tra bar-room e le polverose roadhouse del Texas, in poche parole sfugge a tutte quelle cose che il mito del western odia: l’intimità, la dipendenza reciproca, la rete di responsabilità sociali ed emotive.
La splendida Back On The Bottle con la partecipazione di Dale Watson (ripresa in una seconda versione nella bonus track) rincara la dose, tra whiskey e il suo pastoso ‘country’ ripensando ai periodi felici pieni di problemi e di alcol perchè Ace n’ Eights è anche un viaggio nel suo passato, d’altronde -come sempre- Taylor nelle sue canzoni spiattella solo vita reale e quindi con piacere riprende alcuni suoi hit e li riveste di nuovo ma sempre dannatamente accattivanti, in mezzo le altre perle da Ball & Chain cantata con Jason Boland -ma nelle special guest c’è anche la leggenda chitarristica di Johnny '2 bags' Wickersham dei Social Distorsion che si scatena nella tosta Country Song, bella tagliente dove i Cowboy hanno la lingua sciolta e se la prendono un po’ con tutti coloro che speculano sulla loro musica.
Love song con Sunset e il lato romantico di Jackson viene a galla e dove il mondo femminile lo protremmo accostare ad una estremizzazione grottesca dei temi fordiani (donne che attendono amorevoli e fedeli a casa e non hanno che occhi per i loro eroi!) amabile come quella Barefeet On The Dash o Easy Lovin' Stranger sempre un piacere riascoltarle comunque Jackson le rivesta, ma intanto si cavalca lasciando dietro alle spalle i confini del Messico con la meravigliosa Goin' Back To California dove una bistecca, una bottiglia di whiskey, una stanza d’albergo costeranno anche pochi dollari ma nulla al confronto dell’amore perduto.
Un paio di country classici ed elettro-acustici come la leggiadra title-track ma anche Circle Of Trust e Love Don't Come Around Here prima di chiudere alla Jackson… la strabordante e deliziosa Highway 101, e l’accoppiata spassosa e irriverente di Sex Love & Texas e di Cocaine, ovvero il Jackson Taylor pensiero: la vita è una schifezza non ci resta che goderci quel poco di libertà che possiamo ritagliarci nella nostra condizione spaesata, allora beviamo e sogniamo, facciamo spettacolo, abbandoniamo la casa-prigione (non vuol dire letteramente farsi di droga o ubriacarsi di whiskey) facciamo insomma tutto ciò che contribuisce in qualche modo a liberarci!
Una scelta anarchicamente immorale come l’ascolto di Ace n’ Eights.