GRANT LANGSTON (Stand Up Man)
Discografia border=parole del Pelle

  

  Recensione del  01/10/2009
    

Honky Tonk alla Dale Watson che si sposa con lo spirito ribelle e goliardico di un countryman cresciuto in Alabama dal nome Grant Langston, amante del country tradizionale ma quello ballerino delle roadhouse. Stand Up Man non ha il proposito di aspirare a chissa cosa, e un disco per gli amanti della chitarra e del bakersfield country, la voce lo aiuta abbastanza a non sfigurare davanti alle leggende di Waylon & Willie ma un po più di originalità gioverebbe al suo ‘nuovo’ futuro (dopo un live e quattro dischi insieme ai Supermodels, sembra aver imbroccato la direzione giusta e sempre agreste).
Basta la deliziosa title track per tuffarsi immediatamente nel bakersfield sound e man mano che le canzoni procedono Stand Up Man potrebbe sembrare all’apparenza svagato, leggero come una piuma, un girovagare divertito tra argomenti futuli rivissuti con piena partecipazione come nel country-rock delizioso di Burt Reynolds Move Brawl, tra ricordi di scazzottate virili e machismo tipico dei film di Burt degli anni ‘70 che Langston accosta volentieri al mito del country.
Ma di tanto in tanto il buon Grant tra tanta ‘prosa’ (come altro definire non solo dal titolo della canzone Shiner Bock and Vicodin che narra di un tizio nudo ad un matrimonio –scritta su tre punti cardine: un uomo solitario+birra+pillole-, altro country-rock di spessore dove apprezziamo il lavoro di Larry Marciano alla chitarra che bissa nel lentone di Broken Clocks) sbocciano brani di impareggiabile ‘realismo’, sormontati sempre da una laconicità spassosa, o da un funambolismo verbale assai meditato, da 30 days la storia di un tizio lasciato dalla donna che ama che dopo 2 giorni va in crisi, “ma per cantare, la rima con trenta giorni suonava meglio” dice Grant, alla ballatona strappacuori di Just Pretend You Love Me Tonight, gran lavoro alla pedal steel di Chris Lawrance con Jeanne Jolly ai cori, alla splendida accoppiata di Not another song about California a quella canzoncina nata intorno ad una storia di sesso in un asilo di The king of Sunset Hills con l’aggiunta del piano molto New Orleans di Carl Byron, rock e country di spessore per non parlare del mandolino di I Give Up.
Chiusura in gran spolvero con Damn good day dove le chitarre fumano e Warren Zevon torna in mente con quel "Enjoy every sandwich" quando il cancro se lo stava portando via e Call Your Bluff nel puro e semplice california country style. Stand Up Man scappa da tutte le parti ed è bello proprio per questo!