HILLSTOMP (After Two But Before Five)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  21/05/2007
    

Il blues del duo degli Hillstomp ha la lentezza e il ritmo ipnotico di una cerimonia laica, ma la scena, il palco -nel caso di questo live, è continuamente attraversata da eventi e movimenti, da suoni che disegnano traiettorie che sguazzano nei ricordi di questa musica ed in un certo senso non stanno ad indicare quelli che si è stati ma in un futuro, quello che non si dovrà mai più essere. Ecco perché questa rilettura della loro breve discografia contenuta in After Two but Before Five è più di un tributo a leggende come R.L Burnside -scoperto dal mondo troppo tardi e omaggiato con canzoni come Poor Black Mattie e la bella Landlord Blues con quel delizioso versetto “I asked for whiskey/she gave me gasoline”.
Delta blues del Mississippi scoperto nei loro dischi precedenti, specialmente nell’ottimo One Word più acustico del successivo Word The Woman that Ended the World sempre di buon livello ma con maggior propensione all’elettrico, a questo live tratto da due nottate nel Northwest, tra Eugene e la loro Portland. Henry Kammarer voce e chitarra e John Johnson alla t-bucket con l’ausilio di David Lipkind all’armonica aggiungono quattro nuove tracce al loro repertorio in un’esibizione senza troppi sfarzi. Splendida l’apertura affidata all’accoppiata cupa e torbida di Goin' Down South e NE Portland 3Am dove le fedine lorde, le sagome dalle mani cascanti che nulla fanno se non pretendere, poveri, e perciò pietosi iniziano ad accavallarsi, in Mr. Charlie III, Lucy's Lament, alla deliziosa Dark Clouds A-Risin' c’è anche l’America, le immagini astratte e sbiadite che vengono fuori acquistano la consistenza di una bandiera a stelle e strisce, con tutta l’illusione ma non troppo del sogno americano che sappiamo, con la sua crudeltà, le sue illusioni, ma dopotutto la forza del mito resiste.
Spiritate Roustabout e You Done Told Everybody, slide sporca che non ti molla mai un attimo come un segugio fedelissimo, a Rollin' And Tumblin' e Shake 'em On Down il disco si presenta sempre più compatto con quell’armonica così densa e viscosa da cui non è dato uscire. Il coretto finale di Stewball chiude After Two but Before Five, un disco che non arretra di fronte al rischio della ripetizione, alla lentezza monocorde dei suoi blues, ma danno conto del cammino faticoso degli Hillstomp nel cuore del Mississippi con una passione sincera per la tradizione del blues.