Non siamo sui livelli dell’ottimo
Anywhere on Gods Roads ma la freschezza compositiva di Chris Patterson e dei
Leaving, Tx abbraccia ancora una volta lo spazio panoramico, isolato e suggestivo del Texas di provincia, senza stavolta fermarsi, ma tirando dritto (che poi è il senso del disco che non risiede nel viaggio ma nell’approdo, cosa che un asino idiota in coda al supermercato non aveva ancora capito, parlando contrariato di Una Storia Vera, film di David Lynch del 1999!!).
Tra gli spettri di un paesaggio western disegnato al sole cocente della ‘grande mela’ (loro città natale) seppur sfocandone le immagini, fanno intravedere comunque la presa solida sul fertile terreno del twang-rock e del country tradition&whiskey, e le sorprese anche se in numero minore rispetto al passato, continuano ad esserci (basti pensare alla gestazione di quest’ultimo
Late Gettin’ Started, registrato a Baltimora, con canzoni che alla fine del 2008 erano salite a ben 22, scese alle 14 ufficiali per comunque 1 ora di musica).
Piatto sempre ricco, non si risparmiano di certo, sempre affezionati all’old country ma continuano a macchiarlo e a sporcarlo con quel rock che si affaccia sempre su uno specchio di mondo meno sicuro e stabile, ancorato alla spregiudicatezza dei sentimenti che sembra seguire la stessa rotta del loro viaggio galoppante nel country. Così abbiamo una vivacissima slide che tiene compagnia a boots, highways, bottiglie di whiskey, bar e honky tonk, dall’elettrica
In my dreams, al mandolino delizioso di Rickie Simpkins in
Picking Up Pieces, a
Leaving Texas Tonight, al delizioso country rock di
Farewell Nashville che culmina nella ballatona di
Wanderin dove si unisce alla band Jennifer Van Meter che duetta con Chris, per poi apprezzare nella parte centrale un bel cambio di marcia avvertito dal roots di
Patience e soprattutto nella telecaster di
Thoughts and Flowers,
Nothing anyway,
Bend, alle ballad più rock e splendide di
Four Little Angels e
Dallas, tutte elettriche, ruspanti e godibilissime.
Per i
Leaving, Tx non è certo difficile cercare nuove soluzioni, strade meno battute, scavare e lavorare nel country per estrarne qualche cosa di nuovo e lo dimostrano anche nel finale di
Late Gettin’ Started con un immersione nel potere della tradizione di
Last Fool at the bar che genera due ballate emozionanti, una chitarra e violino –la conclusiva
Where does love go- e soprattutto la splendida malinconia whiskey-bluesy della struggente
Broke his heart. I suoni dei
Leaving, Tx anche questa volta aiutano a vedere le cose in modo diverso.