JEFF MATTISON (Tales of Wayward Angels)
Discografia border=parole del Pelle

  

  Recensione del  01/09/2009
    

Interessante l’evoluzione di Jeff Mattison, interessanti i suoi personaggi in perenne fuga dalla civiltà, non che sia da considerare come una liberazione da o per qualcosa/qualcuno in particolare, ma è l’unica condizione possibile come se la naturale unità di misura del presente contemporaneo avesse smarrito il passato con l’aggiunta di un totale disinteresse del futuro: in poche parole il mondo di fricchettoni, poeti con le tasche bucate, fantasmi, ubriaconi, drogati d’amore e sognatori li troverete in Tales of Wayward Angels, accompagnati da lap steel e telecaster, infarinati dall’alt. country dove le ballate elettro-acustiche incontrano il rock.
Dalla spumeggiante Rainmaker al violino della sensuale malinconia country di Trying Not to Cry si inizia a ‘simpatizzare’ per questi uomini in attesa della felicità, condizione che esautora la vita sospingendola nel limbo di una speranza troppo distante per essere vissuta davvero, come se fosse un esilio prima del viaggio. La dolcezza della splendida Bittersweet colora passo dopo passo la strada di vita che il protagonista attraversa sulla via di partenza e scolora verso il nulla dell’incantevole Lowdown Blues, lo scenario che si offre all’orizzonte è scuro come la notte in cui tutti questi loosers si muovono accompagnati sempre dalla telecaster attaccata ai loro fianchi.
Si muovono sulla linea di confine -si aggiunge anche l’armonica nella seducente Laredo- queste ‘fastidiose figure’ di esagitati, perennemente in preda a passioni distruttive e fatali, un universo che in Falling Below e nella conclusiva Afterglow e ben disegnato dall’enfasi della slide con i suoi fondali immersi nelle viscere del country da mantenere il tutto così lontano, dall’apparire fumuso e fasullo. Affascinante anche quando macchia col blues le sue ballate, Dinner with God, e con i diavoli country&whiskey della ruspante Leaving Blues, ad Hungry Ghost e Wanted Man, quest’ultima illuminata da un solo delizioso nel finale.
Uno dei dischi più belli di Jeff Mattison, un disco che ti entra nella testa e che ti invade come un liquido colorato che si propaga nell'acqua.