DARREN KOZELSKY (Arrivals & Departures)
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  Recensione del  01/09/2009
    

Il country tradizionale di Darren Kozelsky sceglie ancora una volta la strada della leggerezza e la segue fino in fondo, Arrivals & Departures è come una piccola storia suddivisa in quindici tracce concatenate tra di loro (“I hope that it's a little book of songs that everybody can pick up and get some satisfaction out of, make them feel better or brighten their day”) e il texano di San Angelo da rodato countryman prende come punto di riferimento la famiglia, e seppur spesso smarrita, srotola la linea contraddittoria della vita e delle relazioni tra uomo e donna.
Country che simpatizza troppo per Nashville dove Kozelsky sembra ormai di casa ascoltando l’apertura di Old Has Been con la slide molto texana e questo resterà un punto a suo favore, ma quello che conta per Darren sono soprattutto le emozioni, i sentimenti, le parole, i gesti dell’affetto, le richieste amorose come quelle della piacevole Somebody Find Me A Preacher su un uomo che ha trovato l’amore della sua vita e non può aspettare, ma da Loving You Loving Me, a She's Gonna Hurt Somebody, Seven Vern Gosdin's Ago, The Best Of You, Real Superman fino a She Got Me There, il potere dell’amore e le trasformazioni che è in grado di portarsi dietro si impossessano non solo della scena, ma del mainstream che bacia un clima ovattato e laccato tipico delle commedie lacrimose hollywoodiane.
C’è il messico che solca le righe di When I Get There e le chitarre nella versione extended che danno la scossa anche a How Did You Know, Win Win Situation e I Get High, telecaster e texas style che contraddistinguono i momenti illuminati di Arrivals & Departures, peccato che siano diluiti in un incedere che alla lunga sminuisce i buoni spunti presenti, ma forse la colpa non è di Kozelsky ma di chi non mastica, come me, il country classico. Comunque il disco d’esordio aveva maggior aderenza alla sua terra, molto più dei buoni propositi della title-track, della strada di Good Day to Get Gone che dopotutto non è così malvagia, ma siamo in un'area zuccherosa e sentimentale che sbandiera troppo amore, bontà e ottimismo lasciando dietro le quinte la grinta tipicamente texana.