HILL COUNTRY REVUE (Make a Move)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  01/09/2009
    

Non sono mai stato affascinato dal suono della North Mississippi Allstars ma stavolta Cody Dickinson in questo nuovo progetto Hill Country Revue riesce ad elettrificare a dovere il coriaceo blues del nord del Mississippi e la scia distorta di Make a Move non vi restituirà solo orecchie infuocate ma uno di quei dischi da collezionare, perché capaci di prendere una direzione contraddistinta dall’amore per la jam, per poi invertire immediatamente il senso di marcia e sballotarvi nelle innumerevoli curve a gomito di un coriaceo rock-blues chitarristico.
La Hill Country Revue confeziona 10 tracce frenetiche, ansimanti e bramose di amore come mai la band di Dickinson era stata capace di realizzare in passato (c’è anche Chris Chew al basso) e proprio a loro due si deve all’inizio del 2008, nei dintorni di Memphis, la base del nuovo materiale di Make a Move lasciando la penna anche tra le mani del figlio più giovane della leggenda blues Robert Lee Burnside, Garry, tutti insieme a scuotere il lento delta del mississippi con una robusta dose di “viagra” (e non sono mie le parole… “It’s the music we grew up on, and our goal is to bring a fresh take to it. We play the blues of the Mississippi hill country as though it’s been dosed with Viagra” racconta Dickinson). C’e da credergli fin dalla arcigna accoppiata di Alice Mae e della title-track, quest’ultima il compito di dispiegare il messaggio spensierato e divertente di “Hill Country Revue is coming. Stomp your shoes" mentre Kirk Smithhart, Gary Burnside, Luther Dickinson, Duwayne Burnside incrociano le chitarre in deliziose jam con l’armonica di Daniel Robert Coburn il compito di spezzare la scarica elettrica che vi riversano addosso.
Gli spigoli sonori di Dirty Shirt obbligano l’ascoltatore ad un continuo riposizionamento, utile per catturare la compattezza di Make a Move e della splendida You Can Make It, sono due facce identiche di una stessa medaglia, una è il piano e la voce calda di Dickinson, l’altra bruciata e riconoscibile nella slide. L’uno rimanda all’altra la proprio immagine in un continuo scambio di ruoli, come due specchi moltiplicano la loro ‘immagine’ (il suono) all’infinito. Blues e donne nel cosiddetto trittico ‘degli istrici’, teoria che consiste nello stabilire col partner un rapporto di equilibrio fra vicinanza e distacco (Let Me Love You, Let's Talk About Me And You e nella cover di Burnside che di certo non poteva mancare, tralaltro con delizioso intro voce, armonica e chitarra, ossia Georgia Women) di condivisione e indipendenza, quella a cui si riapproda sulla Highway Blues che lega con la coast-to-coast della trascinante Ramblin e della cupa jam della chiusura di Growing Up In Mississippi.
Make a Move è uno di quei dischi liberi di spaziare a suon di note dove anche se non mancano le cose da raccontare, a quel qualcuno consiglio si starsene soltanto buono ed ascoltare.