MILESTONES (Devil In Me)
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  Recensione del  01/09/2009
    

Non capita molto spesso di ritrovarsi tra le mani un robusto rock n’ roll ‘made in Europe’ e quello dei The Milestones arriva direttamente dal Nord di Helsinki. Mancavano da qualche tempo, ma con questo terzo disco, Devil In Me, trovano i tempi giusti, qualcosa di magico come ribadisce il leader Olavi Tikka (“We’ve finally found something magical. The album will be like a big bang, like a real earthquake!”) un disco sorprendentemente classico basta ascoltare l’inizio dell’indiavolata e chitarristica Queen to me per saggiare le tante influenze dei pionieri del rock targato anni 70 ma i The Milestones ci aggiungono (quando è possibile!) un pizzico di roots e armonica tali da rendere del tutto originali le nuove canzoni.
Voce impetuosa quella di Tikka adatta per calarci nel vortice di suoni che delimitano un Bene transitorio e relativo dove il Male ne trascende continuamente i traguardi, ne rende dinamici i passaggi, ne subissa le occasionali conquiste nella deliziosa Devil in me, iniziando a portare uno sguardo fortemente doloroso su un universo da sempre attraversato da oscuri lampi di malessere nella tosta Ghost Town, ma qui non si batte la fiacca nemmeno per un secondo e la propensione alla jam fa capire perché tanto successo riscuotano i loro concerti.
Compare una dolce lap steel in So Alive Today ma anche le sfumature di un approccio diverso, senza lasciarsi condizionare da un giovanilismo di maniera, dove importa solo che la corsa sia forsennata, ma si differenziano per una cura puntigliosa dei testi e un suono che seppur a volte è più laccato da band hard-rock come in I follow the Sun e Rattlin Blues gli spunti chitarristici o l’uso dell’armonica li tolgono da un’impaccio crescente, splendida quest’ultima che apre la trascinante Street Soul puro rock ‘n roll mischiato al rootsy/R&B dove raccontano il mondo, inteso come dimesione complessa e stratificata, in cui i luoghi fisici confinano con quelli della mente, in un presente che vive di continui rimandi al passato, ci si aggrappa alle pulsioni che scaturiscono dai sentimenti per trovare la forza e continuare a muoversi.
Cupezza racchiusa anche in Waves of the Stormy Love e nella conclusiva Rage against the Limits, con l’isoletta rootsy di Green Valley nel mezzo che sembra offrirsi come un piccolo mondo appartato, un paesaggio sonnacchioso, popolato dalla quiete di una dolce armonica (anche la voce di Tikka si adatta alla scena) ma quell’aria malinconica, crepuscolare, viene spezzata dall’essenza di questa interessante rock band dei The Milestones, ovvero un punto di vista sul mondo con una rabbiosa energia.