BOB WAYNE (Driven by Demons)
Discografia border=parole del Pelle

          

  Recensione del  01/08/2009
    

Basta ascoltare l’intro della title-track e capirete che c’è molto Hank Williams III dietro al suo modo di cantare, scrivere e interpretare i brani di quest’ultimo Driven by Demons. Bob Wayne sa come scrivere delle pastose Outlaw Country songs e sono talmente piaciute a mister Hank che la steel guitar e il basso della sua band - Andy Gibson e Joe Buck – hanno preso a cuore lo spirito del ragazzo e lo hanno invitato a Nashville per registrare il suo primo disco, Blood to Dust con la sorpresa più succolenta per Bob: aprire il tour USA di Hank III e suonare la chitarra tra i diversi set, country e metal. Al terzo disco in compagnia della Outlaws Carnies il percorso del country di Bob Wayne ha preso forma è diventato puro, per la sua capacità di alludere, di provocare delle suggestioni senza legarsi ad un contenuto determinante.
Temi malinconici e sensuali che si infiammano con violini e mandolini senza tralasciare una punta di elettrico per la telecaster, e riesce a calarci nel paesaggio di frontiera, tra whiskey e polvere, con lo stato d’animo di chi ha vissuto e vive quei luoghi aridi e selvaggi. Certo uno che scrive sul suo cd “If you don't like this shit, fuck off!” non può che essere un discepolo dello scapestrato –ma geniale- Hank III, ma quello che resta è la musica tra Diavoli e Dio, tra peccato e salvezza, ironia e country. Il viaggio spirituale inizia lungo la deliziosa Driven by Demons sulle strade che costeggiano il Texas, la corsa alla perdizione di Reptile ha il fascino del western, tra cavalli e saloon in lontananza, le trombe messicane e la slide segnano il passo al fascino della ballata che sono il piatto forte di Bob Wayne.
Senza quattrini, la macchina che fa le bizze ma il viaggio continua forse in treno, splendida Estacada, pensando al focolare domestico in Home si segue con dedizione il movimento randagio, inarrestabile del protagonista, elaborando quadri viventi di grande suggestione, si sofferma sulla sensualità del paesaggio che è pur sempre spietato e le pistole e i ricordi rigirano nella struggente malinconia di Drug Runner.
Il resto lo fa il country traditional che fiorisce in Love Songs Suck, pimpanti quelli di One For The Lord e Wired Up prendendo in chiusura lo stampo di Hank III da una parte e quello folk da songwriter dall’altra, ecco così due gioielli come Gold e quella Workin Man che è presente anche sul capolavoro di HANK III (in attesa del nuovo disco stavolta con gli Assjack) e Final Walk, armonica e chitarra acustica. Bob Wayne un altro fuorilegge a cui voler bene.