DAVE ALVIN AND THE GUILTY WOMEN (Dave Alvin and The Guilty Women)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  01/08/2009
    

Difficile sapere cosa passasse per la testa a Dave Alvin quando ha deciso di registrare questo disco d’esordio con le The Guilty Women. Una tecnica di spiazzamento, un nuovo set, un diverso spazio in cui muoversi ma con la stessa linfa dei The Guilty Men? Sarà stata forse la nostalgia della riunione celebrativa per la scomparsa dell’amico Chris Gaffney, morto per cancro, a scatenare dopo l’incontro con la multi-strumentista Cindy Cashdollar l’idea di formare una band tutta al femminile per incidere un disco di debutto? Mah!!
Purtroppo i dubbi restano, soprattutto dopo l’ascolto di un disco che inizia in modo scoppiettante con il country-cajun di Marie Marie ma dopotutto non è certo Alvin a zoppicare e nemmeno la The Guilty Women band ovvero (Cindy Cashdollar, lap steel guitar; Amy Farris - violino, viola; Nina Gerber - electric guitar; Laurie Lewis - mandolino, violino; Christy McWilson - voce; Lisa Pankratz - batteria; Sarah Brown - basso; Marcia Ball - special guest al piano) ma Christy McWilson quando prende il microfono in Weight of the World o nel lamento di Potter's Field il pathos scende sotto la soglia del dolciastro e del poco originale e Don't Make Promises, Anyway e River under the road sarebbe stato meglio lasciarle al solo Alvin (solo These times were living non trova lo spiraglio giusto comunque la si rigiri) che infatti Dave relega solo nel refrain nel bel folk-blues di California's Burning, sull’annuale problema dei piromani che non fanno altro che scatenare distruzione e morte.
Qui Alvin carica nella sua voce tutto lo scenario nei minimi dettagli, dalle fiamme che crescono dalle colline, alle nuvole nere che oscurano il sole con la steel guitar e le percussioni a tenere vivide quelle immagini e quando Alvin decide di continuare a ritagliarsi uno spazio, diventa meraviglioso quello di Downey Girl, una tribute song alla musicista Karen Carpenter e alle sue “sweet suburban songs” cresciuta a casa Alvin, una ballata rootsy struggente dove ribadisce il proprio universo creativo, allargandone contemporaneamente la tavolozza dei toni e l’ampiezza del discorso sulla vita che gli sta dietro.
Insomma la scelta della The Guilty Women non ha portato i frutti che si sperava ed anche quella musicale del country-swing e boogie-woogie di Boss of the Blues e della conclusiva Que Sera, Sera (Whatever Will Be, Will Be) non è stata molto felice, solo la chitarra salva quest’ultima, la stessa che riempe Nana and jimi ed è quel ‘rumore’ che fa rimpiangere il Dave Alvin che conosciamo.