Poteva diventare una stella del baseball (carriera gloriosa alla Tarleton State) invece
Chase Cundiff ha optato per l’altra sua grande passione cresciuta in famiglia suonando la chitarra e scrivendo canzoni col padre e il fratello. Da Denton, Tx, Cundiff ha intrapreso il viaggio nella musica partendo dai coffee shops ma deve tutto all’amicizia con Josh Owen se durante il college, tra un torneo e un week-end con la prima band di Stephenville, il progetto di un disco d’esordio diventasse realtà.
Texas Music ad ampio raggio, quel new-country che abbraccia radici e costeggia il pop, i violini senza dimenticare la slide per una serie di ballate macchiate dal rock intriganti, ed anche se al pizzico di originalità risponde con qualche coro patinato,
Chase Cundiff è un primo lavoro interessante che presenta un songwriter con un gran potenziale oltre a una gran voce: ebbene tutto ciò lo ritrovate nella piacevole traccia di apertura
Texas Moonwalk e il texano mette in mostra pregi e qualche difettuccio (se tale possono essere qualche coretto laccato…) ma un grande gioco alla chitarra e le melodie vincenti fanno breccia rapidamente (discorso che vale anche per le toccanti
Missing You Tonight e
Still In Love), certo la coralità di
Searchin’ è un bel sentire con quelle tinte pop-soul che si baciano perfettamente alla slide -che resta punto cardine del disco.
Armonica e violino si uniscono ai riff di Chase che canta con struggente dolcezza in
Fade Away, ballatona davvero suggestiva che lascia in soffitta i facili sentimentalismi (ma che recupera per
December, almeno in parte ma bisogna ringraziare le corde della sua chitarra), ma un texano ha sempre nel cilindro qualche perla tra roots e rock, la prima col whiskey, donne e una telecaster graffiante ed il rockaccio grintoso tutto riff della splendida
Time è bello che confezionato, mentre il volume dello stereo si alza, si alza, si alza… perchè tocca alla seconda perla con tutto il fascino agreste di casa, una
Letter che impiega poco per avvolgerti con la sua grazia.
Uno-due ben assestato, ma Cundiff decide di continuare a scuotere con la trascinante
Put You To Rest, un rock intenso -alla texana ovviamente- con un gran solo da incorniciare, restando nei confini di casa anche per la spedita e convincente
Too Late e con la tosta
Devil's Hand. Chiusura con in Vietnam in perfetta solitudine di
Constant War, tocco da songwriter per un esordio che non può che far contenti tutti coloro che amano la Texas Music.