Questo disco rischiava di finire nella spazzatura per un ricordo, e molte volte fanno brutti scherzi. Il perché è ‘colpa’ (se così si può dire) di una band di Austin che gli assomiglia nel nome, The Tiny Tin Hearts, e che mi è capitato di ascoltare in un pomeriggio piovoso in quel di Austin, Tx cercando un riparo ad un violento acquazzone. Pop-folk non proprio da gettare alle ortiche ma lontano dal suono caldo dalla band di Columbus,
The Tin Hearts, fatto di chitarre, rock, scaglie di blues e roots e da un brano come
Waiting for the Rain si scorge invece il sole che è allo stesso tempo la più cattiva delle derisioni e la più candida professione di fede nella bellezza che tutto trasfigura: colori, dolori, amore e morte mentre l’armonica con il suo bellissimo tema malinconico, esitante e sensuale apre la strada alla slide.
Brani intensi, elettrici e ballate rock che portano immagini di una natura ancora non segnata dalla civiltà, deserti assolati, praterie e steppe impossibili da dominare tipici dei nativi, gli unici capaci di mantenerne vivo il contatto. L’apertura ha tutti i sapori del blues chitarristico che ti si attacca addosso dopo pochi riff mentre le donne rivestono un ruolo non certo confortante ma catalizzano le pulsioni, i desideri e le rivalità maschili, quelli della
Lady in Black ma il tempo cambia come le condizioni di vita di
Time Like This, ancora l’armonica con la sua malinconia ci accompagna nel rilassamento del grigiore che azzera la passione e appiana l’esistenza e ci si affida alla telecaster per cambiare aria con la splendida
Never be here again, alla trascinante
Long Haul con qualche tastiera ma il whiskey porta allegria si sa, e il suono ne trae i benefici.
I sintomi della festa se li porta addosso la “divertente”
Our Finery e anche
Don't Ya Tell Henry, almeno il piano sembra esserlo… altri brani di qualità ma
The Tin Hearts è una bella sorpresa: ascoltate quel gioiellino di
One Hundred Dollar Bill o la contagiosa
White Flowers e dal refrain non puoi certo scappare mentre la slide ti bracca chiudendo con il meraviglioso duetto con il rock a ‘stelle e rootsy’ di
The Ballad of Isabelles boys con la stessa splendida armonica di
Summer Stars. Altro che i Tiny… canzoni e musica che alla fine non si possono che ammirare per determinazione e voglia di suonare. A quella dei
The Tin Hearts vale la pena dare un ascolto!