DAVID GRAY (A New Day at Midnight)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  26/02/2004
    

A quattro anni dal grande successo di White Ladder che lo fece conoscere a tutto il mondo musicale vendendo milioni di copie e facendo vincere al suo autore il Grammy come Best New Artist, David Gray torna con un nuovo album contenente dodici canzoni nel suo stile più puro. A new day at midnight è il sesto album di questo autore che già ci aveva affascinato con i suoi album intimisti ed era con giusta trepidazione che attendevamo il suo nuovo lavoro per capire se il successo internazionale avesse modificato il suo modo di fare musica. Sicuramente molte forze reali e inconsce avranno agito sulla fantasia dell'autore: White Ladder nacque come edizione privata e solo in un secondo tempo raggiunse il successo a cui prima si accennava.
Dopo White Ladder la situazione era ben diversa: tutti si aspettavano il grande hit e già vedo i manager della record label fiatare sul collo dell'artista promettente. David che ha fatto molta gavetta, e questo è senz'altro positivo per conoscere oltre che i propri mezzi anche l'ambiente umano in cui si opera, non si è prestato a nessuna bieca operazione. Niente nomi squillanti tra i credits del suo album, niente studios americani con vista sull'oceano. Anzi Gray si rifugia a Clapham, poco ridente località dell'umida Inghilterra, in uno studio di 21 metri quadrati. Un buco per intenderci. In sala di registrazione regna Lestyn Polston, alla sua destra il suo "partner di scrittura" e valido polistrumentista Clune. E basta.
Solo con le sue idee e i suoi progetti musicali David Gray prepara un album al solito interessante e emozionante. In comune con tutta la sua discografia anche A new day at midnight lo si ascolta dall'inizio alla fine con estrema facilità. Questa full immersion sonora è, a mio parere, dovuta al personalissimo modo di interpretare le sue composizioni: David non urla i suoi brani ma lascia che lentamente seducano l'ascoltatore. Ad un primo ascolto non si percepiscono grandi differenze tra un brano e l'altro ma lentamente la sua tonalità particolare, "adenoidale" la definirei, riesce ad ammantare di melanconia ogni suo brano. I ripetuti ascolti vi faranno poi scoprire la bellezza di Caroline, un ritratto amoroso davvero ben riuscito, o il suono del dulcimer in Be Mine o il particolare arrangiamento di Last boat to America. "Se devo trovare un significato valido per tutto l'album, credo che sia qualcosa legato alla perdita - afferma Gray - Come si può intuire dal titolo, "A new day at midnight", c'è un elemento di luce nella vita, anche nei momenti più cupi, più scuri. Ed è proprio in quei momenti che riesci ad ottenere il meglio dalle persone.
A captare il meglio della vita". Con questo album David si conferma artista di ottimo livello e con le sue canzoni semplici interpretate con la sua particolare tonalità vocale ci insegna che ad essere e rimanere sé stessi, a volte, paga. A new day at midnight il ritratto di David Gray.