MICHAEL UBALDINI (Rock ‘n’ roll Saloon)
Discografia border=parole del Pelle

     

  Recensione del  21/07/2004
    

Poeta, filosofo, cantastorie, un inguaribile romantico o semplicemente un ribelle che a pane e rock’ n’ roll sfida il mondo imbracciando la fedele chitarra? Una moltitudine di considerazioni balenano nel cervello anche perché si respira country tutto sommato nelle corpose schitarrate a tutta birra di Rock ‘n roll Saloon, un disco nato dove Bruce Springsteen non risiede più da tempo, perché si è trasferito definitivamente dove ha sempre amato vivere, su quel palco dove merita di stare anche Michael Ubaldini, un rocker metropolitano tutto cuore e sudore.
Storyteller con humor all’inglese e quel tocco di bucolico che non intoccano la sua integrità da duro che è salva anche quando c’è solo la chitarra acustica, perché le sue canzoni lui le vive oltre a cantarle. Infanzia a imitare Hank Williams alla chitarra e la nutrita collezione di dischi del padre hanno contribuito alla crescita del piccolo Jack Kerouac, così chiamato dai giornalisti, da quando ha iniziato a girovagare per gli States dal 1994 col suo album di debutto Mistery Train anche se il futuro rocker nel 1999 ha spiazzato tutti quando ha scelto di realizzare un disco acustico, Acoustic Rumble -tralaltro anche di successo, tra i migliori 10 in quella della decade per molti del settore.
Ma dal 2001 la telecaster ha preso il sopravvento e la strada che lo porta a questo Rock n’ Roll Saloon dimostra la consistenza del suo essere ribelle: con la slide che tuona come in una road house, il mix che parte dalla scoppiettante One Step incrocia i generi ma non usa mai il freno, è un continuo percuotere della sezione ritmica che spalleggia il rocker Ubaldini dalle grintose The Vulture e Tears of a Lonsesome Train dove fa il verso a Springsteen (nella trascinante The One That Got Away più che mai!) ma alla base ci sono canzoni di spessore, dall’energia contagiosa di Only Wishful Thinkin' a una ballatona di pura bellezza come The Day the Sky Came Rollin' Down ad una seconda parte che mostra un Michael in tutta la sua forza, il rock secco di Diamond Eyes, l’impeto incazzoso della splendida A Storm's A-Comin' e i riff si sprecano, una vera goduria tanto che la manopola dello stereo (quelli vecchi come al mio!) invocano un ritocco verso l’alto e lì bisogna lasciarla perché seguono un paio di luminose rock ballad da Last Bus to Seattle alla più sentimentale If I Was Without You, ma niente di lacrimoso solo sana malinconia metropolitana.
Ma Rock n’ roll Saloon anche sulla strada del traguardo sa come donare gioia e rock con la meravigliosa melodia di The Voice of the River (Goin' Back Down), al fervore chitarristico di Old Car Broken Down prendendo armonica e ironia nella chiusura dell’acustica Talkin' End of the World Double Paranoid Schizophrenic Blues, una vera e propria finestra sul quotidiano, amara e ironica come è la vita o forse è solo frutto di una mente troppo ma troppo vivace. Gran disco!!