SWIFTYS (Ridin’ High)
Discografia border=parole del Pelle

  

  Recensione del  01/06/2009
    

Moderni outlaws che scendono dalle praterie fertili di Edmonton nel Canada, così li hanno etichettati per il loro amore per il country, dal 2002 un trio solido dal sound accattivante che gli amanti della musica texana non dovrebbero farsi scappare. La chiave di lettura affonda nelle tradizioni ferree di Waylon Jennings e Johnny Cash a segnalare le radici che non devono essere dimenticate, anche se le mischiano con l’amore per il rock degli anni '70 traendo dalle loro leggende l’ispirazione per condurre Ridin’ High attraverso le lande desolate dell’alternative country, tra riff intensi e magnetici, sonorità sempre rootsy con la strumentazione che non dimentica violino e dobro.
La bottiglia di whisky non è più a portata di labbra ma Shawn Jonasson si aggrappa a quei pensieri mentre scrive e arrangia il tutto: "Most of the songs were written at a time in my life when I was drinking hard and bummed out” così la scarica elettrica della title-track fa in tempo a lasciar entrare il suono agreste dei paesaggi che descrivono, voce impostata e melodia che cavalca i lati del country e del rock fino alla telecaster che sa quando entrare in gioco, pura bellezza contagiosa perché a ruota segue la splendida The Gypsy, tra le terra di confine, roots e rock si fondono, una ballata addolcita da un mandolino messican style ma ci infilano anche la slide robusta da road-house texana nella successiva deliziosa Miss Those Days, con una sezione fiati che spunta quando non te l’aspetti mentre i discorsi si fanno alcolici e tra i fuorilegge sbuca il solo magnetico dell’armonica.
Ballatona suggestiva You Belong alla texana, tocco agreste e sentimenti tenendosi alla larga dallo sdolcinato e poi il tocco femminile è quanto mai azzeccato, mentre ritornano i demoni dell’alcol nel gin di un’altra perla rootsy, Bottle Of Wine che la dice tutta sul dove si vuol andare a parare mentre sale il fascino del country e del violino. Territori che amerebbero solcare i Bastard Sons of Johnny Cash anche se i The Swiftys preferiscono più la ballata elettrica, Lost In The Ruins mantiene alta la qualità di Ridin’ High fino a che la bottiglia non si svuota e il nervoso sale, Empty Bottle è macchiata da riff graffianti e seducenti fino a quando il solo di 26 oz Of Gin e il country tranquillo di Pass The Misery appagano la sete, ma prima di chiudere il sipario hanno ancora il tempo per assestare un’altra perla come Bad Luck Slim. Alcol, fuorilegge e country, niente di meglio all'orizzonte…