A sentire questo suo album di debutto mentre si sfoglia e si legge delle sue tante collaborazioni coi più disparati songwriter della scena texana, si intuisce immediatamente che a volte la genuinità è in grado di sopperire ad un songwriting ancora acerbo e grezzo seppur la melodia e la semplicità di alcune delle canzoni di
Wesley Cox fanno pensare che il ragazzo non faticherà poi molto a districarsi nel mercato della musica texana.
Quella stessa semplicità con cui passa dalla batteria, al violino, alla chitarra allo stesso modo si preoccupa di usarla per spezzare la linea di demarcazione musicale di
The Road of No Return: pizzica il blues, sceglie di battere il sentiero delle drive-songs, costeggia la pura Texas music senza tralasciare il country tra ballate ed elettrico.
La Wesley Cox Band confeziona sì un disco leggero, una quarantina di minuti, ma ci infila dentro il sound elettrico della sua terra mantenendosi lontano dalla strada del commerciale anche quando pensa al giro radiofonico.
The Road of No return inizia col piglio giusto, col fascino dell’armonica bluesy di
My Way ma quelle strade sanno anche di rock e country come l’elettrica
Cold, Hard Truth che ha tutto per farsi volere bene, riff e melodia con la slide agreste sullo sfondo.
Armonica e whiskey a tratteggiare
Ain't Such A Bad Guy, ha l’aria scanzonata dei paesaggi soleggiati del Texas, ballata amore e buoni sentimenti seppur sempliciotta si ascolta con estremo piacere seppur in
Our Whole Life non si impegni poi tanto, la title-track ha maggior appigli perché sale il ritmo, prende il roots e lo spalma tra i violini, sigarette, whisky e paesaggi da road-house.
Se ballata deve essere allora
Texas Girl diventa preziosa, prende il country e i violini e li dosa a dovere tra la malinconia e le chitarre acustiche ed elettriche. Splendida. Quando irrobustisce il suono tutto fila liscio, dalla piacevole rootsata di
Packin' Up alla western
Down I Go che si riveste di polvere e di alcol, e si può chiudere un occhio se nel finale si rilassa un po’ troppo con
Come Back Home, meglio la morbida
Late Night Thinking e la ghost track, che seppur abbia lo stesso tempo di un rap è gradevole come l'esordio di
The Road of No Return.