SKINNY MOLLY (No Good Deed)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  04/05/2009
    

Il chitarrista Mike Estes lo ricorderanno i fans degli Skynyrd seconda versione, per averne condiviso palco, scrittura, e studio di registrazione tra il 1992 e il 1997. Leader degli Helen Highwater, band di southern rock e outlaw country, hanno aperto numerosi show della Rossington Collins Band fondata dai sopravvissuti del disastro aereo che sancì la fine dei veri Lynyrd Skynyrd, ha avuto il suo periodo di celebrità che è continuato nel corso dell’ultimo decennio tra apparizioni, comparsate ed esibizioni con la sua fedele chitarra tra show televisivi e manifestazioni country.
Ebbene gli Skinny Molly sono il suo ultimo progetto nato nel 2004 insieme al batterista Kurt Pietro e all’altra chitarra di Dave Hlubek dei Molly Hatchet, gruppo di hard rock della Florida. Il riscontro positivo a svariati e fortunati concerti per l’Europa hanno delineato questo nuovo progetto con l’incisione del disco d’esordio, No Good Feed, che non ha compromesso minimamente il tour, anzi anche quando Hlubek è ritornato a casa per impegni legati alla sua band, il calore del pubblico ha permesso agli Skinny Molly di incrementare date e popolarità.
Sarà forse che il fascino dei ricordi degli skynyrd ma le canzoni del disco dall’iniziale Better Than I Should mettono in evidenza che il combo tra passato e futuro sembra avere carte accattivanti, più hard rock che southern ma perfetto per accontentare una fetta maggiore di audiance senza cadere nel posticcio.
High Price of Low Livin’ ha fascino da vendere, la voce di Mike è sempre cupa e le chitarre ci sguazzano tra il ritmo mai troppo vivace, spalla ideale per dare un senso alla rudezza dei riff e dei testi, Enough of Nothin’ e Straight Shooter viaggiano sempre con quella patina da hard rocker che tanto impazzava negli anni ’80 ma il clima disincantato di fondo per fortuna rende No Good Deed godibile, Just Me altro slow-rock di belle speranze mai quanto la splendida Whiskey Cocaine and Blues emblema del tocco southern che si prefiggono di trasmettere gli Skinny Molly.
I diavoli elettro-acustici di Me and The Devil Himself col pensiero ai Dixie entrano in scena e danno un contributo piccolo ma necessario a No Good Deed, che procede a basso regime anche in Too Much e Miss Fortune che chiudono un viaggio direi piuttosto nostalgico che nella sua brevità sa farsi valere.