DREW WOMACK (Drew Womack)
Discografia border=parole del Pelle

     

  Recensione del  12/09/2004
    

Cresciuto in giro per il Texas insieme al chitarrista fratello Tim, ne ha condiviso il palco con i ‘Figli del Deserto’, band di alternative country che Drew Womack ha condotto verso Nashville perché a lui il fascino dell’honky tonk lo attirava più di ogni altra cosa. Ne è seguito un lungo matrimonio, una marea di hit radiofonici e dischi dal profumo mainstream per quello che veniva etichettato come astro nascente dell’industria patinata della country music.
Il ragazzo una volta cresciuto è tornato a casa con la moglie, nella bella e tranquilla Austin, per crescere i figli riscoprendo le radici e allargando gli orizzonti musicali ha compreso che era il momento giusto per realizzare un disco da solista e senza deludere i suoi fan di vecchia data, ha pubblicato il suo primo album che porta il suo nome semplicemente ma anche qualche piacevole sorpresa: la collaborazione con artisti del calibro di Radney Foster non può che arricchirti e una maggiore consapevolezza delle proprie origini hanno reso più densa la melodia che tra un leggero pop, country, mandolini e armonica del Texas impiegano molto poco per andare a segno: Hey Daisy è una country-rootsy ballad molto bella, Drew ha una voce limpida e l’aria di Nashville resta sullo sfondo senza far danni, ma comunque resta in circolo tra le chitarre e il vigore della spensierata Any love at All e quando la si perde per strada tra la polvere del Lone Star State allora in Premium Gasoline la slide è più ruvida e il rockaccio agreste è quello che ci serve per inquadrare il nuovo corso di Drew Womack.
Seppur la strumentazione non dimentica i mandolini, il mainstream prende piede in That’s Just Me, meglio la dolcezza elettro-acustico di Leaving october o le contaminazioni elettriche di To Her and Back anche se Fastest way to Texas le batte tutte. Di certo non troverete canzoni scontate in Drew Womack, Waiting on a Bullet ha riff interessanti e l’intro di Devils Working Overtime non regge per tutta la durata del brano ma si ascoltano lo stesso, meglio il finale con la scoppiettante Fine art of Failure e il percorso roots di Tearin it up Tonight a dir poco splendido. Drew Womack ha ancora scorie del passato attaccate a dosso, ma la stoffa da songwriter e la musica di casa sicuramente lo porteranno lontano (uno che scrive una ballata pianistica come la struggente Melancholy Cafè, un ascolto lo merita o no?)