Non capita spesso di ritrovare il calore del Messico e l’armonia di una rodata rootsy/country band nel gelido Canada, ma
El Nino –secondo disco dei
The Cruzeros- ha preso consistenza fino a spingersi lungo le coste meridionali degli Stati Uniti dove ha trovato casa. Prodotto da Joe Hardy il cd è stato registrato a Nashville riuscendo a lasciare fuori dello studio di registrazione le contaminazioni mielose locali, Barry Mathers voce, chitarra e mandolino e Curtis Tulman altra voce e armonica hanno registrato dieci canzoni più qualche cover e con la splendida
This Old Road tra la fisa, l’armonica e il sole texano vien voglia di salire a bordo del lor pulmino perché conoscono la strada di casa, alla melodia e all’aria di confine il compito di assestare una spallata a tutti i pensieri che balenano in testa, per lasciarsi cullare dalla musica dei Cruzeros.
Un’inizio folgorante, ma la band canadese ha molto altro nel paniere musicale: sempre la fisa, sempre energia festaiola ma
Piece of Stone è contaminata anche da sprazzi rockabilly,
Going There With Grace appartiene al filone strappacuori alla figli bastardi di Johnny Cash, chitarre border ed Elvis in controluce. Country tradizionale per una
Tangled Up in You che trova nell’armonica la luce per vivere. Insomma si gira, strade a volte turtuose ma ci sono sempre quei sentieri dritti e luminosi, da
Am I Losing You rootsy song molto piacevole, alla fisa messicana di
Close as it Gets to Goodbye che è incantevole, e dato che sa dosare le vicinanze Texane la ballata diventa una piccola perla, al country-bluegrass spensierato in
Out of This Hole ad un’altra ballata di confine di spessore come
Can’t Find a Way.
Insomma un mix seducente e quando poi decidono di tornare sulla strada battuta in apertura confezionano un’altra gemma texas-roots come
Roses and a Cross e allora ti rendi conto che dovunque loro decidano di andare la rotta verso casa la troveranno sempre e con la trascinante
You’re Not Gonna Get Too Close to Me si rinvia la prossima fermata perché lungo il Texas la stanchezza scompare e tra una ballata toccante come
Believe Me I Know e il clima suggestivo da bar-room di
Beautiful What’s Her Name si riprende a tirar dritto tanto basta il suono di
El Nino al resto, poi si vedrà.