Buddy e
Julie Miller scrivono e suonano insieme da oltre un ventennio anche se hanno quasi sempre pubblicato dischi per proprio conto (6 Julie e 5 Buddy), ma la collaborazione e l’influenza dell’uno o dell’altra era sempre parte rilevante del progetto finale. Quindi è possibile anche immaginare il clima festoso che ha avvolto la New West quando ha messo in cantiere quest’ultimo
Written in Chalk sapendo di trovarsi davanti ad undici duetti con una vera e propria collaborazione tra i due musicisti e tanti illustri amici.
Quando cantano insieme, le emozioni e la sinergia musicale si avverte in ogni traccia, siamo lontani dall’unico disco registrato in coppia del 2001 ma
Written in Chalk viaggiando su una strada diversa sa come entusiasmare l’ascoltatore affezionato e quello più distratto, abbiamo così da una parte Buddy e i suoi amici tra l’elettrico e il country, con un pregevole lavoro alle chitarre e quel fascino bluesy che lo contraddistingue da tempo, e la parte di Julie e i suoi amici (la più deboluccia) che spezza un po’ troppo repentinamente con la sua voce aggraziata e tenue ballate, la verve del marito.
Se le atmosfere intime e soffuse di
Everytime We Say Goodbye e
Don’t Say Goodbye, con Patty Griffin e un piano in sottofondo, non suscitano molta partecipazione, la profonda malinconia della splendida
A Long, Long Time con un eccellente tromba che si va a poggiare sulle lacrime di Julie convince alla fine un po’ tutti sulla scelta di approfondire un suo lato più introspettivo (aggiungo anche l’acustica
June cantata con il marito).
Written In Chalk acquista punti anche per aver scelto un nutrito stuolo di collaboratori, ad esempio Robert Plant che canta insieme a Buddy nella graziosa
What You Gonna Do Leroy, Regina McCrary nella bella rilettura di
One Part, Two Part e in
Hush,
Sorrow ballata emozionante sempre con Buddy che chiude il cerchio riflessivo ancora con Patty Griffin nell’intensa
Chalk. Non per ultimo i duetti in famiglia, con il rockaccio spiritato di
Gasoline and Matches, canzone davvero incendiaria come è appunto l’amore proseguendo con
Ellis County che apre il disco, scritta da Julie (9 dei 12 brani appartengono a lei) con il prezioso lavoro di Larry Campbell al violino, uno splendido country morbido e avvolgente per lasciare in chiusura una slow ballad meravigliosa come
Smooth, l’occasione per riconciliarci con il fascino groovy-blues delle strade di Memphis.
I coniugi Miller sorprendono ancora, Julie lascia molto più spazio a Buddy e
Written In Chalk convince proprio dove lei arranca, basta ascoltare il duetto finale con Emmylou Harris in
The Selfishness of Man.