CODY GILL BAND (King of Your Hometown)
Discografia border=parole del Pelle

     

  Recensione del  09/04/2009
    

La mezza delusione nei volti di un paio di ragazze sedute al tavolo di fianco al mio con in mano la cover di Boxcars (nel movimentato Waterloo Ice House di Austin), resta un immagine indicativa del'ovattata serata che ha accompagnato anche la gestazione di questo secondo disco della Cody Gill Band. Di qualità c’è ne davvero pochina in King of Your Hometown, l’opaca luce del maistream si addentra nociva nei rozzi e sporchi riff del passato, e l’amore per la texas music resta ancorato a qualche sprazzo di luce che non riesce a salvare le nove nuove canzoni –le altre due sono cover-.
Da Stephenville nel 2007 arrivarono solo buone notizie per un’esordio coi fiocchi e canzoni che volavano nelle charts, e sicuramente la title-track del nuovo disco farà la stessa strada nelle radio stations, ma stavolta non per originalità ma per aver raggiunto il lato melodico che tanto spingono al successo le country major, piene di nostalgia e con un messaggio sociale che sappia dare senso alle masse che vivono distrattamente il quotidiano, non solo musicale. Sin dalle battute iniziali di King of Your Hometown si avverte che la band ha in testa la ballata rock melodica, dallo stile classico inframezzata da qualche spiraglio chitarristico, così prima il taglio profondo di Consider e poi Threw Me Away (la prima cover, questa di Jeremy Harlow) sembrano tagliate per le scene non certo originali di un teen-movie gia visto, assestando qualche buona sferzata tanto da facilitare l’ascolto, la title-track in questo senso è il manifesto del nuovo percorso della Cody Gill Band: coretti e qualche riff azzeccato per una storia semplice quanto scontata.
Bisogna ringraziare le donne che vivono in Crazy e in Heart in the Middle, almeno la band e Cody danno la sensazione di avere ancora un’anima stradaiola e piena di avventura (niente di trascendentale, i soliti coretti stucchevoli quelli però non mancano!), anche se i sentimenti dolciastri prendono piede in Special c’è 18 in Mexico che finalmente restituisce un po’ di luce e immagini dal confine, le chitarre viaggiano libere e il percorso di vita ha un proprio fascino. Poi però il rumore della pioggia che diventa copiosa e l’aria triste di Crumble fanno capire che King of Your Hometown non ha intenzione di uscire dal piattume di fondo dove nashville detta legge, così ecco un’altra ballata, forse la migliore, come Jack of Hearts ad introdurre un finale alla Cody Gill Band primo periodo: da Roadsigns, rock song morbida ma accattivante e solo su una cover, di Marshall Owens riescono a ritrovare lo spirito di Boxcars, Movin’ On, chitarre e texas rock. Peccato perché con questo scivolone rischiano di trovare il successo facile lasciando per strada la genuinità della loro terra e del loro esordio.