JASON ISBELL AND THE 400 UNIT (Jason Isbell and the 400 Unit)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  09/04/2009
    

Al suo secondo disco da solista (la band del titolo c’entra poco, il riferimento è ai Drive by Truckers) Jason Isbell nato e cresciuto a Muscle Shoals in Alabama sa che non deve certo dimostrare nulla ma in questo suo secondo lavoro sembra essersi calato nella parte con più attenzione, più denso sia come scrittura che come suono e la narrativa in apertura di una dolce rock ballad come Seven-Mile Island sembra essere la scansione completa dell’immagine del suo nuovo ciclo, dalla storia di un uomo che ha fallito nel suo ruolo di padre (il suonatore di armonica Topper Price nei pensieri, ma resta un ritratto personale di Isbell) ai sentimenti e alla tristezza di fondo è affidato il decorso e lo sviluppo di tutte le altre canzoni: il piano illuminante che solca Sunstroke apre ad una melodia di pura bellezza, la stessa che incrociava anni addietro insieme ai Truckers.
La scossa di un rock sbarazzino e contagioso come Good mostra che Jason ha finalmente incontrato il resto della band, lo stile rabbioso questa volta a differenza del debutto di Sirens Of The Ditch trova anche nella scrittura la partecipazione del gruppo e la The 400 Unit specialmente sul palco mostra una compattezza e una sicurezza da gruppo rodato, e non a caso l’esibizione al South by Southwest appena conclusosi è da annoverarsi tra le più convincenti del Festival, sempre molto ricco, ma il saggio chitarristico confezionato sotto al tendone nello spazio antistante al Red 7 è stato davvero notevole.
Se poi li accostiamo alle storie del disco, il giudizio complessivo è decisamente positivo, dalla guerra che ritorna ad essere esaminata, molta malinconia che si scrolla di dosso in The Last Song I Will Write con l’unico paesaggio lindo all’orizzonte che sembra essere contenuta nella struggente e splendida Cigarettes and Wine, un musicista da bar molto romantico “left me alone with these pills/And the last of my youth” che tocca il cuore di tutti coloro che possono ancora contare sulla musica di Jason Isbell. La deliziosa However Long è capace di trascinarti con la sua alchimia di riff e refrain che sanno come persuaderti e avvolgerti, una strumentale intrigante come Coda scelta adatta per decrivere le tonalità autunnali di un duetto a seguire molto intrigante, dal blues-pop di The Blue a No Choice In The Matter, un classico del soul con un’ azzeccato uso della sezione fiati.
Soldiers Get Strange non può che riportare la band su territori più elettrici, d’altronde l’immaginazione usata per dare un senso logico alle conseguenze del ritorno dalla guerra in Iraq e Afghanistan non può che essere rabbiosa ma l’armonica di Steetlights con quell’aria solitaria e notturna mostra un songwriter ancora sulla cresta dell’onda, che sembra aver trovato la propria strada lontano dai Drive by Truckers.