Lo stile e il mix tra Johnny Cash e il rock stradaiolo sono l’arma vincente del debutto dei
Righteous Hillbillies, animali da palcoscenico perché la passione e il sudore che trasmettono dalle schitarrate contenute nel disco è reale, si sente che amano andarsene per strada a suonare come se fosse la naturale conseguenza alla diffusione del loro vangelo musicale, fatto di pochi ma essenziali punti: il palco è il loro altare, la corona rappresenta il rumore e per ultimo l’energia, la loro dottrina.
Il poster di Johnny Cash anche se non lo guardano spesso sembra essere sempre in loro compagnia, simbolo di professionalità che non ha confini temporali, il vecchio e il nuovo, lungo un percorso esistenziale lungo quindici anni perché di strada ne hanno solcata i due inseparabili amici, Brent James e Ken Wright, voci e chitarre dei
Righteous Hillbillies.
Anche se il nome tende a impastarsi in bocca quando lo si cerca di pronunciare, le canzoni scorrono via che un piacere e come l’energica
Black Jack Mama presenta in apertura, il rock e i riff che sprigionano immediatamente hanno la carica e la melodia giusta per assestare dei fendenti elettrici che tutti gli amanti del rock senza fronzoli sporco di country, troveranno parecchio interessante. Sì, perché qui si va dritto al sodo, sudore, melodia e tanto vigore stradaiolo come ribadisce la spassosa e chiassosa
Cassie, difficile resistere al richiamo “Get up and Go” e allora è meglio lasciarsi andare anche perché il ritmo è sempre bello pimpante, da
10.000 Years all’aria più country della guizzante
Mexican Rodeo, dove si danno sfogo agli istinti più chitarristici, ed è proprio un bel sentire.
Una rock ballad piena di fascino e sentimento come
I’m Not Feelin’ You ad inframezzare le strade desolate dove non si rischia di bruciarsi solo la pelle, le piacevoli
Fire of Your Own Flame e soprattutto
Love Burns Cold, che ha una marcia in più nella melodia.
Jealous Man sempre tra rock e country, un mix che non mostra nessuna titubanza anzi alla fine
Ooowee e la strumentale
Hillbilly Burlesque ribadiscono che dopotutto alcuni dischi piacciono perché rappresentano semplicemente l’amore di suonare, quello che non manca ai
Righteous Hillbillies.