PEAR RATZ (Holier Than Thou)
Discografia border=Pelle

  

  Recensione del  07/10/2007
    

La The Pear Ratz band mi procura ancora una fitta non ben definita nel corpo, come quando scoprite un grosso livido ma non ne ricordate il motivo. Un banale ingorgo nel traffico della capitale texana (durante il South by Southwest le freeway ad Austin assomigliano molto al quotidiano delle tangenziali Milanesi) ed arrivo sulla sesta strada mentre concludevano lo showcase con la dirompente Walk Softly on This Heart of Mine, contenuta in questa loro secondo lavoro, Holier Than You ma molto più veloce della versione su disco.
Ricordo che lo stridere di quelle chitarre ricopriva addirittura il suono del locale posizionato dall’altra parte della strada, tanto che le persone guardavano nella mia direzione con viva curiosità. Questi ricordi son dolorosi perchè la The Pear Ratz è una grande band con due dischi uno più bello dell’altro all’attivo (il debutto con Rat Now dovete assolutamente recuperarlo). Country, rock alla texana, heavy guitar e un dosaggio vitale di sano southern rock mentre si percorrono le storie del quotidiano che escono dalla penna di Bob Strause, chitarra e voce, e di George West, che quando descrivono il loro passato fanno intendere immediatamente che razza di disco vi ritroverete ad ascoltare: Bob era una testa calda all’università, alla guida dei bestioni sulle autostrade un po’ meno ma di sicuro quando era leader di una Heavy Metal band prima di scoprire la luce divina della Texas music e l’amicizia con Jarrod Birmingham (singer/songwriter di grande spessore).
La The Pear Ratz Band nasce nel 2005 e Rat Now illumina immediatamente il loro percorso nei festival sparpagliati nel Lone Star State fino in Oklahoma, le piccole realtà di provincia abbracciano la carica della band, i passaggi più roots e country mettono in risalto le qualità di scrittura e la stampa, seppur a tiratura locale, ne tesse le qualità.
Holier Than Thou segue la scia dell’album di debutto, forse le virate chitarristiche aumentano e si percuote con maggior vigore sulla batteria ma il combo tra suoni roots texani e southern rock è ancora una volta perfettamente amalgamato come la ruspante e splendida Senses diffonde amabilmente all’avvio, voce solida a costruire una storia difficile tra pena, prigione, whiskey e coca che ti affondano più lentamente di un amore finito, ma fanno più male, quei pensieri ruotano una bellezza insieme ad una slide che fa la voce grossa come i violini fieri della title-track che porta l’elettrico sulla scena, roots energico molto piacevole avvisaglie dei riff southern style di quel piccolo gioiello rootsy di Walk Softly on This Heart of Mine.
Quelle fitte di cui accennavo in apertura tornano ma stavolta non fanno più male e Chris Nelson alla chitarra cattura la scena, come le storie del rock di provincia di una magnetica Content chiuso da un solo delizioso e restando in tema di schitarrate, quelle che solcano Balinese sono quanto mai legnose e armoniose allo stesso tempo. Country ballerino sempre elettrico ma da bar-room nella scanzonata e arguta Killin’ U2 per ritornare a mostrare i muscoli nella tosta Dreadful Selfish Crime prima di sfoggiare il lato sentimentale con Other You. Niente di scontato nemmeno nel testo, una malinconica parentesi elettro-acustica ben suonata e interpretata dalla voce calda di Bob e nel perfetto gioco di incastri ecco tornare a scuotere con la trascinante Right Or Wrong dove le chitarre fumano e ringhiano e poi a confezionare un’altra piccola perla country-roots di pura bellezza con Little Too Late.
La forza della The Pear Ratz Band è questo incrocio di suoni, prendiamo il finale con Jarrod Birmingham che rientra in gioco dopo il tributo iniziale nella seducente Jesus Loves Bad Boys Like Me, slow roots portato per mano dalle due voci chiudendo con l’isola acustica di Porch Swing Song. Due su due, al terzo spero di ritrovarli in giro per il Texas…