GLENN KAISER BAND (Octane)
Discografia border=parole del Pelle

     

  Recensione del  01/03/2009
    

Ha iniziato negli anni ’70 il pastore Glenn Kaiser a mischiare sacro e profano dalle parti di Milwakee con la band dei Jesus People, per continuare a capo della Resurrection band per una trentina d’anni, band di Chicago che sempre sulla strada indicata dal Signore incrementava proseliti a frotte quando imbracciava la chitarra nei suoi sermoni. Dal 2000 insieme alla moglie Wendi e al fratello di lei ha continuato a far musica con la Glenn Kaiser Band anche se era dal 2003 con Blacktop che mancava dalle scene musicali, ma invecchiando si diventa saggi e col tempo si costruiscono album di gran qualità come quest’ultimo Octane.
Classe ’53, 5 album alle spalle per questo trio potente che col suo torbido rock-blues da una bella sferzata con le sue chitarre al grigiore quotidiano: cinture allacciate sin da Broken Love, blues chitarristico che diventa cupo quando la batteria picchia decisa ma comunque sia, le chitarre vanno via leggere tra lamenti di gente che lavora sui marciapiedi e che attraversano la ballerina e ammaliante Streetcorner Blues, tutta ammiccamenti e sferzate elettriche. Roller Coaster è più classica e quindi più dura da mandare giù, l’armonica che apre la splendida Depends On Where You Stand che arriva proprio dagli anni ’70 riporta Octane a viaggiare disinvolto, bella voce Kaiser e nella penombra generale mette al muro le sfaccettature del quotidiano, fin troppo ‘vicine’… ma poche chiacchiere i tempi grigi girano nella cupa Bad Times per trovare l’apice nella scrittura e nel suono nella trascinante What Can Be Shaken, piccola perla bluesy-rock di quattro minuti ad alto tasso elettrico.
Ma non scherza la Glenn Kaiser Band e nemmeno quando affronta la cover di Stevie Wonder sfodera un corposo blues-rock per avvolgere una Higher Ground quantomai riconfezionata e rimessa in pista, risplende ancora dopotutto. Nessuna fermata ai box, U-turn e si riprende a mordere coi riff e se proprio bisogna frenare, la voce passionale e i testi forti e poetici di Kaiser regalano dolci e chitarristiche senzazioni nella brillante Stand by the Window: “Snow has been falling all around me / Alone in the darkness, white on the ground / Tears keep on falling, over and down / And I stand by the window tonight / And I stand watching, waiting for the light”. Tredici i brani, mancano le spiritate Trouble High Trouble Low e Thick and Thin, deliziosa quest’ultima, per riprendere con la granitica Young Man Blues di Mose Allison con nuovi arrangiamenti concludendo alla grande Octane con la sinuosa This Race. Il pastore Kaiser ama ancora i suoi discepoli.