BEAN PICKERS UNION (Potlatch)
Discografia border=parole del Pelle

     

  Recensione del  06/10/2007
    

Bostoniano Chuck Melchin, chitarrista e penna dei The Bean Pickers Union, una band di americana con una predilezione per ballate acustiche, anche se le intuizioni più interessanti le lasciano in apertura e in chiususa con graffianti misture alt. country e rock. Chissà nel futuro magari lascieranno ampio margine di manovra a Eric Lichter e alla sua chitarra, e da come riesce a distribuire la disperazione di fondo delle liriche e il pathos crescente alle storie colme di tragedie e fallimenti umani, non si può che auspicare un percorso più elettrico.
Comunque dalle dieci canzoni di Potlatch, una mezz’oretta e poco più, stringati ma essenziali nella loro disamina rurale, le riflessioni acustiche sono perfette per descrivere le passeggiate all’aria aperta di spazi sconfinati che come il piano della profonda Photograph tiene a rimarcare, ha un’aria malinconica e autunnale che va a sbattere contro lo stridere della splendida corsa di Warrior, quei territori elettrici che dovrebbero essere presi di petto perché i The Bean Pickers Union si muovono con estrema scioltezza, e sebbene l’aria sembra sempre essere desolata come i paesaggi che descrivono, il solo finale che squarcia l’andamento lento è di pregevole fattura.
Bottiglie di whiskey in controluce al microfono accostato alle labbra e atmosfere morbide, rootsy, avvolgono la convincente Reaper, la solitaria Bride sempre con quel tocco acustico brillante, per tornare alla parte elettrica con Independece Day, mossa e nervosa a scatti. Melodie accattivanti che attraversano l’intero Potlatch, ecco un giro verso casa in Home pieno di pathos, liriche struggenti e strumentazione scarna che restituiscono di continuo calde emozioni.
Un bel rockaccio country come I’m so sorry ci vuole eccome, qualche raggio di sole non può che far bene a Potlatch che chiude lo spettacolo con il mandolino abbagliante di una roots ballad delicata come Promise e con l’ipnotica Jeanne Anne.