HIGHSPEED HAYRIDE (Highspeed Hayride)
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  Recensione del  01/02/2009
    

Dopo il bell’esordio con il ruspante Lights of Town gli Highspeed Hayride hanno trascorso molte primavere in giro a suonare lontano da Goliad County. Ne hanno conosciuta di gente, stretto nuove collaborazioni, trovato il tempo per terminare l’università e sotto la guida di Mike McClure hanno sfornato un nuovo album Thought You Should Know, sempre indipendente, ma più leggero con un country più dorato e radiofonico a spese della loro genuinità di fondo che nel primo lavoro aveva così tanto impressionato.
Serve anche questo per tirare avanti, quindi con curiosità ci si avvicina al loro terzo giro di boa, l’armonica e i country-roots restano in soffitta ma almeno le chitarre tornare a gracchiare che un piacere, il sound è più incisivo ed energico con canzoni convincenti: insomma Gene Moreno ha trovato una giusta alchimia e Highspeed Hayride tiene bene alla distanza. Il clima festaiolo roots che restituisce in apertura con Boots è splendido, riff grintosi e melodia, accoppiata tutta texana per una perla rurale che li riporta ai tempi degli esordi, più inclini alla ricerca di sonorità essenziali, ottimo il mandolino e il solo che squarcia l’aria elettrica di fondo.
Ma di anni ne sono passati, Let Me Out (If You Call This Love) e Settle for Lonely rappresentano invece il nuovo corso, le sonorità strizzano l’occhio alle radio e cadono nel melenso come nel secondo caso ma almeno le concessioni al commerciale rispetto al secondo disco sono poche, la rozza Before the Sun (I Don’t Wanna Go Home) è un bel sentire, mette allegria, chitarre, piano, bella melodia trascinante, non si fanno mancare nulla. Intro acustico per una ballata My Old Man di ottima fattura, la slide è corposa e l’aria country è un tocco salutare, molto leggere, fin troppo, She’s Mine e Reason To Lay Down che scivolano senza pretese ma senza grossi danni, a raddrizzare la rotta ci pensa la decisa My Lonely Mind: aria avvolgente che si respira sin dall’intro in solitaria ma intenso, per crescere di colpo liberando la strumentazione e tra ricordi del Mexico fitte chitarristiche ai fianchi molto interessanti, per un brano di spessore, splendida, con un gran solo finale a mettere in chiaro le qualità degli Highspeed Hayride.
Piacevole immersione nel classico country con Southern Man e la slide di Bo Carter per tornare a far casino con la felice scarrozzata della simpatica Why Me fino a chiudere con la brillante Light Another Candle e Starting with Nothing. Gli Highspeed Hayride con poche concessioni al commerciale ritornano in pista.