WILLIE NILE (Live from the Streets of New York)
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  Recensione del  02/01/2009
    

Questo CD/DVD è la storia di un concerto realizzato nello scorso luglio durante il party messo in piedi per celebrare il successo dell’ottimo Streets of New York. Serata magica che si avverte immediatamente quando Willie Nile e la sua band, The Worry Dolls, vengono introdotti tra scroscianti applausi da Pete Fornatale della XM Radio: iniziano a cantare e… fuoco e fiamme, signori, un disco che nell’istante in cui lo inizierete ad ascoltare vi procurerà un forte rammarico per non essere stati lì testimoni di quell’esibizione, dolore che crescerà di pari passo con l’intensita del suono di questo Live.
La storia di questo album inizia lì dove è nato, nel 2006, a New York, una città che ha permesso a queste canzoni di crescere, l’elettricità della grande mela è stata essenziale come lo stesso Nile ribadisce: “I realized they all had a connection to New York City, either by substance, or just the fact that I'd written them all here or was influenced by the city in some way”.
L’ebbrezza dei seventy aleggia nelle note di Welcome to my Head che crescono nella solare Asking Annie Out, Willie è in forma, i riff chitarristici si calano al momento giusto nello spettacolo, Game of Fools alla sempre splendida Vagabond Moon, all’intensa e corale The Day I Saw Bo Diddley in Washington Square per segnare il giro di boa con la meravigliosa Back Home. Il piano e Willie Nile, appuntamento che si ripeterà in chiusura con l’altra perla, Streets of New York, sono due piccole storie che raccontano alcuni aspetti della sua vita, niente sentimentalismi soltanto il piacere di raccontarsi.
Lui ha una grande abilità a calarsi nella parte del narratore, riesce con una semplice canzone a toccare il tuo cuore. Il suono poi è grandioso, puoi davvero distinguere ogni elemento della band e apprezzarne a fondo l’alchimia di gruppo. Tralasciando Best Friends Money Can Buy che proprio non riesco a mandare giù… On Some Rainy Day spazza via quel pensiero proprio come il vento allontana le nubi in un giorno di pioggia, e il sole torna a splendere quando il brano sale d’intensità con il passare dei minuti, un solo coi fiocchi che ci accompagna in quello che resta il capolavoro, Hard Times in America.
Ho sempre amato questa canzone, poi questa versione ribadisce che Willie Nile è sempre lui.
Cell Phones Ringing (In the Pockets of the Dead) è stata scritta dopo gli attacchi terroristici in Spagna del 2004, Willie canta l’orrore di quei momenti, ma il rock non finisce qui come ribadisce il trittico finale: dalla splendida Heaven Can Help the Lonely, You Gotta be a Buddha (in a place like this) e la trascinante Police on my Back. Live of the Streets of New York è uno dei tanti grandi concerti che non sono riuscito a vedere. Fortuna che c’è il DVD!