CHUCKANUT DRIVE (Fidelity Grange)
Discografia border=Pelle

  

  Recensione del  02/01/2009
    

The Crooked Mile Home li ha portati alla ribalta nazionale, da Bellingham (Washington) il texano singer/songwriter Stephen Ray Leslie armato di un genuino alt. Country cerca lontano da casa di coinvolgere anche coloro che la vita rurale la conoscono solo nei poster attaccati al muro, per quella sensazione di natura che fa tanto bene nei confini domestici. 3 invece sono diventati gli album incisi, ha dovuto metter da parte il suono molto ruspante e far entrare un retro pop nelle sue canzoni, ma di copie ne hanno vendute e nel 2007 - l’anno seguente al loro esordio- sono volati in vetta alle charts di Americana e Fidelity Grange raccoglie alcune felici intuizioni che il giovane uomo porta con se lungo le back roads che tanto stanno a cuore al popolo americano. I Chuckanut Drive certo hanno molto di più nel loro suono, la sezione fiati è sempre pronta come sancisce in apertura The Ballad of Becky and Bobby e Closer to Me, dove al country fanno capolinea suoni caldi come quello di una tromba, lasciando alle chitarre il tempo per squarciare la malinconia di fondo e il cuore romantico dei Chuckanut Drive.
Le sembianze R&B e pop completano il combo, un’idea la può dare Kickin’ in Your Door, gospel, country e pop a cui è da preferire l’aria bluesy della piacevole Whipporwill Blues, ma per fortuna l’energica e chiassosa bar-room band vien fuori e When the Workin’s Done è un bel sentire, il suono è più corposo, più ruspante in Hangin’ Up, i riff sono più decisi, Tombstone ha quei coretti che non hanno senso, ma corre sulle stesse strade polverose come anche Half-Hoppin’ che mischia un po’ le carte, ma alla fine si fa piacere e quando tirano il freno le ballate hanno i sapori genuini del country, brani pieno di fascino da Falling Still alla struggente Burning .44.
L’aria di confine della fisa di Warm It Up ha quei tratteggi spensierati e avvolgenti tipici dei luoghi soleggiati della terra natia di Leslie e con lo splendido rock trascinante di Won’t Get You Anything e l’incantevole ballata di Broken Promised Land a chiudore il disco, c’è da giurarci che se prendono spunto da questi tre ultimi brani, allora dai Chucknut Drive possiamo aspettarci piacevoli sorprese per il futuro.