Il southern rock splende in Georgia, il robusto
Bad Luck Ain’t No Crime era piaciuto parecchio, una sferzata mica male nei ricordi anni ’70 e rock duro, e nessuno credo si aspettasse che i
Blackberry Smoke se ne uscissero allo scoperto con un disco da veri campagnoli. Che fosse di casa l’aria on the road non è una novità ma che quelle strade costeggiassero la periferia, quella country-roots tra lezioni di whiskey e vita all’inferno, beh, quelle sì che sono quadretti di vita pastorale a cui bisogna trovare spazio durante il giorno, tra l’invidia e il marciume quotidiano un Ep di 5 brani (il sesto è una versione “dirty” di
Livin’ Hell), merita lo stesso un accurato ascolto.
Con la massima trasparenza e con le emozioni che un disco del genere pretende, Charlie Starr affina la voce, pone il banjo affianco alle chitarre e prendendo come esempio le rodate band di anni passati ci infila gli stessi guizzi, quel suono che a tratti diventa più denso ma che mantiene sempre quella genuinità che viene dal cuore, perché queste poche canzoni sono il frutto di un amore che non nasce e si sviluppa per caso, in un disco buttato lì al caso.
I Blackberry Smoke amano il country dalle tinte scure e
New Honky Tonk Bootlegs inizia con questi versi: “
My Momma drank Scotch and My Daddy drank Jim Bean” e sei di colpo catapultato nel loro outlaw country… ecco allora la chitarra acustica che apre la splendida
Son of the Bourbon, un country-rock che festeggia una vita dissoluta tra droghe, boots e donne facili (altro che patetica monotonia matrimoniale), riff contagiosi anche per la morbida ballata elettrica di
Lesson in a Bottle un sicuro country hit, potete giurarci.
Keep on Keepin’ On annovera una splendida pedal steel per una slow country corale e piena di fascino.
Hank Williams entra in gioco per la sensuale
The Only Thing She Left Behind per chiudere con la doppia versione della meravigliosa
Livin’ Hell, cantata da “Dio” come il testo richiede, fa pensare a ciò che ti circonda e davvero non puoi fare altro che cantare insieme ai
Blackberry Smoke che tra riff intensi e una malinconia di fondo ti accompagnano nella dura realtà.