CLIFF MURPHY (Bay State Lullaby)
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  Recensione del  01/12/2008
    

Che piacere leggere di nuovo il nome di Cliff Murphy di questi tempi. Insieme a Jon Nolan era il punto fermo di quella che è stata un band coi fiocchi, ovvero i Say Zuzu. Diciamo che si aspettava il suo disco dopo che il collega aveva deciso di uscire in solitaria, ma al contrario di Nolan, Cliff decide di evocare, e lo fa brillantemente, il periodo più caldo dell’alt. Country, così tutti quelli che amano i Son Volt, John Prine e il country troveranno in Bay State Lullaby una ruggente collezione di belle canzoni senza le stridenti chitarre, tra malinconia ed energiche ballate.
Nato nel New Jersey e cresciuto nel New Hampshire e ultimamente nel Maryland, oltre a questa analisi geografica delle sua vita vale la pena mettere in evidenza la costante di una ricerca di piccole realtà cittadine e della loro vita, portatori dei valori unici dell’amore, dell’amicizia e della vita della strada che infatti ruotano nei suoi testi. Cliff Murphy è tornato con Bay State Lullaby con The Way I Was Back Then suonata insieme agli Everybodyfields e le restanti dieci canzoni con i Massachusetts Trust Company, ovvero Tim Nylander batterista dei Say Zuzu, Bruce Derr pedal steel e Kevin Guyer, basso di Slaid Claves, Jon Nolan e Brendon Wood alla chitarra elettrica.
Insomma la squadra ricorda i vecchi tempi come l’apertura di Take it On the Chin che ci porta in pieno alt.country che viaggia spigliato, elettrico e pieno di fascino e i Say Zuzu tornano in mente comunque, quando le ballate sono piene del suono di mandolini che si affacciano all’orizzonte, Happy and Confused va bene, come piace la fisa malinconica nelle retrovie e anche quando il roots prende piede nella splendida Terminal Bus non si può che sorridere felici davanti a tanta bellezza. Ballate elettro-acustiche molto piacevoli, Another Good Man Gone Bad, Jesus Do You Know This Lamb, Star e soprattutto Gone Too Long, alcune più ruspanti e dannatamente accattivanti, The Way I Was Back Then e So Long Buddy, altre come You and Me senza grossi picchi di qualità, ma tutte si ascoltano comunque con piacere.
A chiudere poi ci infila una ballata acustica perfetta come la title-track e un gioiello come Medicine, un’armonica appassionata, una semplice melodia intorno alla sua voce e basta poco a rendere una canzone incantevole. Mancano molto i Say Zuzu ma questo Bay State Lullaby porta con sé quei giorni migliori con qualche anno in più sulle spalle e un suono più intimo e avvolgente.