Quando leggi che una nuova band interessante si affaccia da Nashville, difficilmente si riuscirebbe ad immaginare un prodotto diverso da quello offerto dall’industria dolciaria più famosa al mondo, ed invece da quelle parti sembra che emuli dei corvi gracchiano disinvolti portando aria fresca e rock n’ soul. Parlo dei
Delilah Why che anche se ammettono che tra i loro ascolti gira anche bluegrass e country (bisognerà credergli?, mah…) senza pensarci poi più di tanto perchè
Steps On It è un tantino diverso da quel suono.
Band nata nel 2005 quando il cantante e chitarrista Dave Sanford ha iniziato a credere di poter formare una vera band e ha impiegato un annetto per definire il puzzle dei Delilah Why, non si sono spremuti poi molto le meningi per Steps on It, solo sette brani per una solida e piacevole mezz’ora che viaggia tra rock, spiriti southern-soul, ricordi seventy, bluesy, prendendo spunto dai Black Crowes vanno a costruire canzoni che di certo fanno venire in mente i Corvacci del primo periodo.
Undercover sembra uscire dai loro dischi, coretti soul, armonica sbarazzina, chitarre rodate e fiammanti e poi la voce molto presente e bollente del leader fa il resto.
Givin’ It viaggia spensierata, rock senza titubanze ma poi infilano un’accoppiata splendida: da
How Was I che quando inizia a circolare nell’aria lasci da parte le piccole congetture e ti godi uno splendido rock-blues-soul cantato in modo divino, stesse qualità vocali e strumentali che si apprezzano nella trascinante
Alabama Way.
Il soul entra in gioco con
Brother, dolce e intensa da una parte e schietta e frizzante dall’altra. A chiudere
Hard Learned Lesson, altra rodata e scapigliata parentesi soul-southern molto convincente come del resto la conclusiva
Walk on By, ballata elettrica che ti cattura col passare dei minuti, melodia e tanto calore. Un bel disco, breve ma intenso, da ascoltare perché ne vale la pena.