Debuttano per una major e la
Eli Young Band non ci guadagna in brillantezza e qualità ma sicuramente il passaggio dall’anonimato di un rock dalle tinte leggere della loro terra al mainstream commerciale che richiede il mercato, porterà successo e denaro almeno a vedere il clima che si respira tra i teenagers. Questo il succo del loro ultimo album
Jet Black and Jealous, il pop-rock prende piede e Mike Eli prende un po’ di luoghi comuni dei rituali della vita country per infarcire le sue canzoni. Queste le concessioni fatte al mercato ai danni di un songwriting evidenziato nei dischi precedenti e gli spettri del nuovo sound si avvertono nel pop-rock monocorde di
Always the Love Songs,
Enough is Enough ha qualche acuto chitarristico interessante, molto meglio la solarità e i riff di
Radio Waves per un sicuro hit radiofonico che cercano di raddrizzare la barca che vacilla parecchio e le avvisaglie erano chiare fin dall’ascolto del brano di apertura del disco che ripesca
When it rains, loro grande successo del precedente disco
Level in una versione che non convince molto.
L’intro di
Famous tuona a sancire che i ricordi balenano ancora nella loro testa, si ricordano di essere stati una band e i riff passati ritornano a galla in un brano semplice ma che si ascolta senza pensare alla traccia successiva di
Jet Black and Jealous che poi in verità è un’altra bella rock song,
Throw and Go ancor più intrigante della precedente, piena di riff e guizzi all’altezza del loro passato a cui si aggiunge l’armonica della title-track tra alti e bassi, da comunque qualche sprazzo di vita texana. Sul resto non c’è molto da dire:
Guinevere, è meglio non dire nulla, anche
Get in the Car and Drive lascia un po’ indifferenti come
Mystery in the Making mentre la conclusiva
Home porta alla memoria Kenny Chesney, e non è un complimento.
Solo
How Should I Know ha qualche riff intrigante, ma non basta riciclare alcuni loro clichés per rendere
Jet Black and Jealous un disco all’altezza degli esordi.