Impazzavano nel sud dell’America nei lontani anni ’90, i college conoscevano bene il frontman
Cary Hudson, la sua voce, la sua chitarra e la batteria di Frank Coutch. Nel 2001 dopo
Roadrunners Records avevano deciso che il sipario poteva chiudersi sulla loro storia musicale, quella strada del tramonto che tante altre band celebri avevano deciso di solcare, dai Whiskeytown ai Jayhawks fino agli Uncle Tupelo, fautori delle radici dell’alt.country mischiato al rock.
Non mi aspettavo sinceramente di ritrovarli ancora tutti insieme e con un disco
Midnight in Mississippi con molte cartucce in canna…
Un disco solido, una collezione di rock country songs che non si ascoltano da tempo o forse adatte ad altri tempi, ma mettono allegria e ti fan venire voglia di ballare, tanto da sembrare di ripercorre la giovinezza dei
Blue Mountain e di quel periodo. Belle canzoni, l’uso dell’armonica e i riff chitarristici sono le caratteristiche di un feeling ritrovato, prendiamo l’apertura dell’avvolgente
Groove Me davvero irresistibile nel suo refrain e con interessanti spunti chitarristici,
By your side sempre bella da riascoltare mentre
70’s Song resta l’oggetto misterioso di Midnight in Mississippi, tanto che vien da chiedersi abbia così insistito a volerla incidere… Mistero!
Per fortuna il Mexico che scorre tra le righe di
She’s A Wild One rimette le cose a posto, nella giusta direzione, con una piacevole venatura country che tanto ci piace ascoltare, un brano di una bellezza contagiosa come la stessa title-track dove le chitarre gracchiano che un piacere e l’armonica viaggia fiera a solcarne gli squarci elettrici.
Emily Smiles,
Gentle Soul,
Free State of Jones e sembra essere tornati agli anni d’oro dell’Alt. Country, un paio di ballate elettro-acustiche di un certo fascino, da
Butterfly e
Pretty Pleasure per concludere nel modo migliore con il chiassoso e spassoso cow-punk di
Skinny Dipping.
Una sorta di Greatest Hits fatto di nuove canzoni è questo che avranno pensato i
Blue Mountain. Bella idea, non c’è che dire.