MATTHEW BALLARD (Time)
Discografia border=parole del Pelle

  

  Recensione del  15/04/2007
    

Le belle sorprese si sa dal Texas arrivano in continuazione, ma di questo songwriter se ne sentirà parlare in futuro. Registrato nella sua città, ad Austin, Matthew Ballard arricchisce la cerchia dei talentuosi cantautori della stella solitaria con un 11 canzoni intense, tra country, folk e rootsate brillanti giocate tra acustico e elettrico, con uno stuolo di validi musicisti a tenergli testa - Cindy Cashdollar al violino e dobro, il talentuoso Matt Powell alla chitarra elettrica, Eleanor Whitmore al mandolino e ai cori, Shawn Jones al basso e Paul Pearcy alla batteria.
Sin dal brano di apertura di Time, ovvero la piacevole Wrapped Up in You, le avvisaglie sulle qualità del ragazzo sono evidenti, come del suo modo di scrivere, portando alla ribalta la faccia nuova del vivere il mito del country nei giorni nostri, le parole seguono una struttura e un percorso lineare atte a creare intorno ad una musica piena di melodia immagini e pensieri che scavano nel profondo dell’anima texana e lo scenario di vita quotidiano che Time ci presenta non è poi così consolatorio come l'intenso e conclusivo country-roots di Devil in Palestine racconta.
Un bell’uso del violino che segue la voce calda di Matthew sin dall’avvio e nel viaggio ruspante nella splendida Her Dream, una slow country che arde di passione con i toni blues che ricama Matt Powell con la sua chitarra che si intersecano alla parte introspettiva e solitaria di ballate elettro-acustiche tra country e roots incantevoli come Fatigues e One Line at a Time: pura bellezza giocata tra violini pieni di malinconia e chitarre elettriche ed acustiche dal sapore border tra struggenti pensieri ai cieli del West Texas.
La stoffa del ragazzo vien fuori anche quando decide di dare energia e lasciando che la band lo accompagni lungo brani di pura americana-roots come la felice Will You Fall e la trascinante Am To Blame. A chiudere un’altro paio di ballate di ottima fattura come Take Me Home e The Last Cowboy (una in completa solitudine come la bella Time) e poi un honky tonk non poteva certo mancare, la festaiola Right Train Wrong Track. Un gran bel disco per un songwriter di talento.