JEFF HOBBS & THE JACKS (Road to Nowhere)
Discografia border=parole del Pelle

     

  Recensione del  21/10/2008
    

Road to Nowhere sembrava essere la direzione presa dalla vita di Jeff Hobbs, dall’High School, all’incidente che per poco non gli costava la vita e alle susseguenti grane giudiziarie, ma l’amore della chitarra gli ha fatto intravedere uno spiraglio. Non è un pessimista ma Jeff Hobs & The Jacks parlano la stessa lingua, il mix che costruiscono è pieno di ricordi, dolore, ricerca di se stessi. Arrivano dall’Oklahoma ma il loro suono è pregno di Texas Music, le chitarre son ben rodate, gli sprazzi country entrano al momento giusto come il suono del violino e i ragazzi si impegnano a dovere lungo le 13 canzoni di Road to Nowhere non lasciando niente al caso.
Le inquietudine giovanili vengono spazzate via a suon di energiche rock songs, quelle che hanno bisogno di spazio aperti, una serie di fresche intuizioni che iniziano proprio con la title-track, una Road to Nowhere con cui Jeff Hobbs & The Jacks prendono per mano l’ascoltatore e lo portano in pieno Texas con un trascinante rock ruspante, ruvido al punto giusto, la band si muove con disinvoltura e le chitarre sono ficcanti e non mollano la presa nella seguente American Angel, altro bel sussulto e il violino fa a gara con la slide. Ma Jeff Hobbs ci tiene a far capire che pone la stessa scrupolosa attenzione anche al testo, ecco che un uomo solitario da una parte e un fotografo dall’altra si dividono il desiderio di “Dollar in the Well” solo per poter vedere le cose come erano tempo addietro.
Il suono oscilla tra americana, rock e naturalmente il country alla texana, Twins è un bell’esempio di questa amalgama, brano avvolgente che ti entra sotto pelle, carica ballerina anche nella deliziosa ballata Song for the Restless, un brano di spessore a ricordarci che i ricordi prima o poi tornano a galla e non si possono ignorare. Un tributo all’Oklahoma non può certo mancare, ecco allora la scatenata Red River Anthem, una festa come potrebbe essere la domenica mattina passata in chiesa (non come le nostre, buie e piene di dolore) fino a Bootleggers Daughter e Finish Me, rock senza sfarzi ma essenziali e godibili.
Nella parte conclusiva di Road to Nowhere, Hobbs si prende una pausa, ci infila una ballatona tutto pathos e anima country, Carry Me Home, e un altro paio di rock leggerini come One More Round e Denim Eyes, ma un’ultimo sussulto è nella splendida bonus track, Old Mexico, che mette le cose a posto… dopo una dura giornata per sentirti meglio hai bisogno di evadere, che sia una birra con gli amici o un giro solitario coi pensieri verso casa. A voi non resta che ascoltare Jeff Hobbs & The Jacks per ritrovare la strada amica.