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Il 36enne songwriter
Eric Hisaw è uno di quei cantautori che ama starsene in disparte ma che sa farsi amare dal pubblico, me lo ricordo in modo particolare perché in giro per Austin o nei dintorni fino a New Braunfels lo trovavi in qualche isolata taverna a suonare per pochi fortunati alle ore più disparate. Non gliene fregava granchè del numero, l’importante è che quelle persone erano lì ad ascoltare la sua musica ed è quello che per lui conta di più.
Un fiero roots-rock come ben pochi oramai continuano a suonare, lui invece va dritto per la sua strada che da sempre contraddistingue i suoi album e quest’ultimo
Nature of the Blues si accoda con grosso piacere per chi l’ascolta al resto della sua discografia, tra riflessioni sulla sua vita on the road, molte delle quali sono state scritte col pensiero a Johnny Cash. La splendida
Carnival porta con se l’atmosfera di quella vita itinerante e di quegli spettacoli che hanno in parte ispirato Nature of the Blues: “
I’ve always been fascinated by the traveling carnival characters, going to the carnival and seeing the guys running the rides, all the tattoos and suicide scars, like, ‘Look at the crazy guys.’”
Canzoni solcate dal blues come
Cheap Living o l’energia piacevole di
Drifting’ Life ne condividono il viaggio, 13 canzoni in totale –durata insolita per un suo disco- e poi il resto è un ricordo per The Man in Black. “
Ho sempre voluto scrivere una canzone su Johnny Cash”, dice Hisaw. “
Quando ero bambino insieme ai miei amici usavamo un’etica prettamente Cashiana (‘What Would Johnny Cash Do’) e le cose che ne venivano fuori erano davvero stupide… Cash al carnevale e stramberie del genere”.
Nature of the Blues è anche un tributo alle piccole città e alle cose buone di queste piccole realtà, dai locali honky-tonks, agli hotel a basso costo, alla gente che anima quelle realtà e che contraddistinguono la genuità di quei luoghi, un giro che passa dalla magnetica
Shout Out Loud e i suoi riff brillanti, l’allegria di
The Middle, il vigore di
The Night o di
Window by the Road e poi, quando il songwriter si fa affiancare dalla fisa e dal suono della sola chitarra -acustica o elettrica che sia, da questi viaggi tra malinconia e storie di vita si capisce che
Eric Hisaw gode di piena salute e brani come
Hotel Grand,
Tomorrow,
Jake e
Hypnotized sono piccole perle. Un onesto e bravo roots-rocker di vecchio stampo che non delude mai e
Nature of the Blues è ancora una volta un bel disco e merita un’ascolto.