WHISKEY MYERS (Road of Life)
Discografia border=Pelle

             

  

  Recensione del  11/09/2008


    

Dalle piccole case sperdute nell’East Texas, tra fattorie e odore di profondo West, tra Ford e ruspanti paesaggi, arriva una di quelle sorprese (dire col botto è il minimo) che mai si sarebbero aspettati una volta cresciuti i due Cody (Cannon & Tate, voce e chitarra) che nella cittadina di Elkhart lavoravano insieme nello stesso negozio, tra cianfrusaglie e blocchetti di carta.
Per fortuna avevano altre cose per la testa, coltivando l’idea di un progetto che prima o poi li avrebbe visti protagonisti su di un palcoscenico musicale. Insieme all’amico chitarrista John Jeffers hanno creato i Lucky Southern tanto per rodare la strumentazione, e una volta capito che mancava qualcosa al quel terzetto e bisognosi di nuova ispirazione, se ne sono andati a Tyler dove hanno incontrato Jeff Hogg, batterista, e Gary Brown, basso, e lì sono divenuti i Whiskey Myers, consapevoli dei sacrifici di quegli anni ma con idee semplici "Everybody wants to be famous. We're playing because we love it. This is all we've got, this is all we do".
La strada che hanno percorso è stata talmente infuocata e piena di consensi, sia sulla stampa locale che nelle vendite, che nella primavera del 2007 Roger Creager ha avuto la buona idea di averli come apri-pista per il suo spettacolo. Manco a dirlo, dopo una settimana erano on-line con interviste, pubblicità e comparsate radiofoniche. Le loro jam southern ricordano i Skynyrd, amano il rock pieno di sudore e naturalmente il Texas che non li lascia mai soli, una miscela vincente e incendiaria, un album di sano rock texano da sentire a tutto volume per un esordio davvero notevole.
13 canzoni, 74 minuti di ottima musica (3 brani che toccano gli 8 minuti con TYA quasi 10…) ma andiamo con ordine: Thief oh hearts ci presenta subito l’arma vincente dei Whiskey Myers, suono fresco, riff potenti, Cody ha una bella voce e le prime avvisaglie da jam band sono lì dietro l’angolo, suono acustico e roots accompagnano la vivace Kyle Hope e Gone Away, quest’ultima una dimostrazione delle qualità della band, da una morbida ballata con un vitale crescente chitarristico.
Lonely East Tx Night ha spunti interessanti, buttano dentro qualche sapore blues in Hippie’s Lament sempre rock come la trascinante Road of Life, per poi stupire con il primo capolavoro di Road of Life, Melancholy Blues si apre con il dolce suono dell’armonica e pian piano la band ci accompagna in una roots-rock splendido, chitarre che jammano in 8 e passa minuti di pura bellezza.
Si tira il fiato con Goodbye Girl, almeno quella sembra essere l’intenzione, divertente e festaiola prima di affrontare la storia della loro vita con Summer 2005, voce e chitarra e Cody ripercorre i ricordi di quando tutto è iniziato, un roots-rock notevole che cresce pian piano. Ma ecco che il suono si incupisce, intro chitarristico da brivido per un pezzo di storia del Texas, American Outlaw altro capolavoro del disco. Anima southern, cattiva, nervosa e piena di polvere.
Altri 8 minuti di puro piacere. Si resta sotto il cielo del Texas ma per canzoni più introspettive, se Nobody Knows Her Name, è una ballata rock affascinante Russell’s Song invece è acustica, cantata con trasporto perché affronta ricordi di infanzia non certo felici, la storia di un amico e un tragico destino. L’amore di TYA e i suoi 10 minuti chiudono Road of Life, tutti i suoi conflitti rappresentati da un rock che parte in sordina per regalarci una jam finale splendida. Gran disco.