EMORY QUINN (Road Company)
Discografia border=parole del Pelle

          

  Recensione del  11/09/2008
    

Gli Emory Quinn sono Nathan Emory Rigney e Clint Quinn Bracher due ragazzi conosciutisi nell’autunno del 2002 al campus universitario della Texas A&M, entrambi con una discreta cultura musicale e molto versatili per esperienze in diverse band, hanno debuttato nel 2006 con il piacevole Letting Go, una collezione di grooving songs, difficile classificarle semplicemente country, rock o americana.
Sono tutto allo stesso tempo, un suono fresco e una versalità che portano anche in quest’ultimo Road Company e anzi migliorano ancor più il suono collezionando una miscela tra canzoni d’amore e riff splendidi registrato in quel di San Antonio per 12 canzoni scritte da Clint Bracher più una cover di Phone Went West originariamente scritta per Jim James della rock band dei Morning Jacket. Il disco ha un avvio splendido con Highways of Gold, una riflessione sulla vita della strada di una giovane band e la maturità degli Emory Quinn trasuda dai riff di Rigney in un lungo girovavagare tra pura americana e jam che calamitano l’attenzione immediatamente, ma c’è un po’ di tutto in Road Company (forse anche troppo… Ships and Planes ha il sapore dei dischi di Bob Marley anche se il testo non ha niente a che vedere con la Jamaica), Dance with Me è un tributo ai grandi John della storia musicale ma anche cinematografica (da Cash a Lennon passando per il mitico Wayne), rock e country in una canzone leggera che si ascolta con piacere come l’intro acustico di Straight Through Me che sembra portare con sè le atmosfere di quelle strade sperdute della loro terra, ballata piena di colori autunnali che ritroviamo nel roots ammaliante di Magnolia e nella pianistica Dear London, che ci mette un po’ ma sa farsi valere lungo i suoi 8 minuti chiusa con lo stridere della chitarra di Nathan.
Ma ci sono anche country vivaci come in No in Between e Devil’s Disguise, e chitarre sbarazzine che illuminano Blue Gone con una splendida introduzione e in un solo di un paio di minuti, una jam di gran spessore per 6 minuti di gran intensità che confluiscono in un paio di pregevoli up-tempo tra Texas e Mexico, dalla trascinante Idabel alla spigliatezza di Better Next Year con quel banjo assolutamente delizioso. A chiudere ci pensa Phone Went West gran bella cover, bluegrass brillante e vigoroso.