Il country singer nativo di Las Cruces ha sempre avuto un raffronto con quei luoghi, cresciuto tra amore e voglia comunque di scoprirne degli altri, viaggiare allontanandosi come
City of Crosses accennava nel suo primo lavoro, quando parlava di “...
taking the highway out of Las Cruces" forse solo per il fatto di poter vivere della sua musica, quel country che lì nessuno conosceva.
La prima Honky Tonk band, i primi soldi e poi il college, Waco fino ad Austin, l’amicizia con Walt Wilkins e la nascita della
Josh Grider Band fino alle
Millions Miles to Go che pervadono e descrivono in lungo e in largo quest’ultimo disco, un mix di ballate elettro-acustiche e viaggi al confine del Texas con una band di validi musicisti e partecipazioni illustri (Chris Grady al basso, Paul Pollini alla chitarra e Daniel Jones alla batteria con l’aggiunta dell’immancabile violino e mandolino del bravo Tim Lorsch e la voce della moglie Kristie Grider) sempre con lo spirito da storyteller, lontano dal clima dei classici bar room di casa sua.
Canzoni semplici che toccano la realtà, il viaggio può essere rappresentato anche da quello abituale dal posto di lavoro a casa e la brillante
Stumbling On the Edge of Greatness apre il disco andando a caccia dei propri sogni e dei rischi che ne comporta, canzone autobiografica a rappresentare i tanti giri a far conoscere il suo nome tra richiami border, la prima delle tante roots ballad che infarciscono un secondo e convincente lavoro,
Poor boy alza il tiro ma il romanticismo e un dolce violino non cambiano l’atmosfera, anche quando ci sono i Mystyqueros e Walt Whitman in
Crazy Like You un brano dedicato alla moglie (che nella toccante
Hand to Hold scritta con Drew Kennedy, duetta con Josh, una gran battaglia a chi ha la voce più bella).
Non è che il precedente disco fosse stato poi così diverso, ma
Millions Miles to Go è più intimo, scritto con maggiore partecipazione e la carica della sua canzoni è rappresentato da due brani,
Emma, bellissima, dura e piena di disperazione con una fisa quantomai ipnotica a
Tragic Circumstance, altro country cantato sottovoce sulla storia non certo felice di un uomo, canzoni tragiche dove Josh è superbo sia nell’interpretazione che nella musica.
Il texas anima la solitaria e gradevole
Travis Blues e quando la band entra in scena, Josh mostra l’altra luce di Millions Miles to Go, incontra il western in
Rusty Cowboy che lo si può definire new mexican roots, splendida come
Love went Wrong, tra country e americana per continuare con
Probably Will, un rock texano niente male e tenedosi per ultimo l’anima di Johnny Cash nell’affascinante viaggio acustico passando per il Messico della title-track e in una sua cover
If I Were a Carpenter cantata insieme alla moglie.