ALUN PIGGINS (At War with the Elephants)
Discografia border=parole del Pelle

     

  Recensione del  09/09/2008
    

Rock n’ roll è quello che dal Canada arriva a bordo di una telecaster ispirandosi ai Replacements. Alun Piggins il nome di questo songwriter e produttore, dopo l’esperienza con la trash/folk band dei The Morganfields e tre album, arriva anche stavolta al fatidico numero tre, ma dopotutto a lui non interessa il mondo del business, l’importante è suonare e poi ammira Fred Eaglesmith “ a musician who built his career by playing everywhere, all the time” e che insieme lavoreranno al nuovo disco.
Solo questo me lo rende simpatico, poi ascoltando At War with the Elephants (titolo grazioso per un album) l’energia di Watching You Glow incasella le loro coordinate, riff, rabbia e un po’ di alcol che non guasta mai. Sembrano una delle tante band che fanno dell’arte dello scartavetrare le chitarre il loro hobby principale in giro per il globo e ahimè senza speranze, ma canzoni come Beckoning door hanno qualcosa da dire, catturano la scena e mostrano le qualità dei ragazzi.
Da Not Happening fanno capire che non scherzano poi tanto, corrosiva quanto basta per scuoterti, ma quando ci infilano un tocco di Byrds e rivisitano i loro fasti in Somewhere on Highway 2 piacciono di più e la doppietta seguente fa ben sperare, il mandolino che affianca la chitarra nella torbida The ballad of fleeting wisdom è delizioso, splendida nel suo starsene in bilico prima di esplodere tra armonica e nervosi giochi chitarristici.
Stesso dicasi del rock asciutto di I survived you con leggere spruzzate roots, ben cantato o meglio urlata da Piggins e da Under a Neon Moon, altro rock classico. Sul finire un po’ di melodia buttata lì a caso in Empty House, Return è tosta ma non convince molto, ma rialzano la china in chiusura con l’"alcolica" Drunk in America, molto più fluida, e il rock misto roots di Hazards still on.