Nato a San Antonio, il suo viaggio nel mondo della musica inizia sulle ruvide percussioni di una punk rock band ai tempi del liceo e sebbene se la cavasse con mestiere, le sue capacità sono venute a galla nel momento che ha deciso di virare verso la chitarra elettrica. New York City è stata la sua casa dopo aver terminato gli studi in Texas, anzi bisognerebbe dire “la sua strada” raccontandone le storie dei meno fortunati che le vivono quotidianamente nell’indifferenza finta-borghese, tipica delle città di oggi.
Gli piace parecchio portare nelle sue liriche le scene della sua vita quotidiana, il suo debutto omonimo del 2002 ne era zeppo (basta citare la trascinante rootsata di
Ode to Emily (NY state), ad esempio, colma degli strascichi che prima o poi ci tocca vivere in una storia di un amore o l’acustica
Standing in the Sun, a chiudere il disco, con riflessioni sulle scelte intraprese lungo il proprio cammino con un senzatetto sull’East Village.
Il ragazzo è cresciuto anche musicalmente dopo essere tornato a casa, la rabbia e la carica di
The Sum of All Parts è lontana dall’album precedente e descrive a pieno raggio i luoghi di questo lungo viaggio, prodotto insieme a Chad Garrett e con una band solida (Jay King alla chitarra, Will Kelly al basso, Matt Chappel alla batteria) con la collaborazione di Bobby Flores, Andrew Langham dalla Ray Price Band e soprattutto Brent Malkus dai No Deal del grande Nathan Hamilton).
Jackson Parten costruisce un disco robusto e chitarristico, rock secco e anima roots come il violino che accompagna a tratti la rock-ballad
No Importance, brano che fa capire il territorio su cui si muove Jackson.
La nervosa
Few More è un rock limpido a cui fa da contraltare le comparsate in territorio roots, e il disco ne guadagna in spessore, la splendida
Boomtown aperta da un’armonica fiera è una gran canzone, accompagnata da una voce potente e da riff belli energici, non lascia dubbio sulle doti di Jackson Parten: quello scia che tracciano nell’aria
Miss Communications e
Nothing At All sono un esempio di come sappia anche scriverne di belle canzoni, ruvide o delicate che siano da puro rocker stradaiolo.
Quando tira il fiato
The Sum of All Parts resta su buoni livelli, l’essenziale e delicata
Nighttime Corpus, tocchi rurali con i mandolini e l’armonica di
Not The Same o i violini festaioli dell’energica
That Didn't Last, per poi tornare a scuotere con
Hello Again,
Part-Time Man per chiudere con il roots made in Texas di
Thanks For Your Concern, incantevole allo stesso modo della scatenata
Bitter Or Better.
Jackson Parten è sulla strada di casa e speriamo che continui a solcarla con questa grinta…