Mike McCLure che ha scelto la strada solitaria lontana dai Great Divide, dopo un paio di ottimi dischi (
Twelve Pieces e
EverythingUpsideDown) incrocia sulla propria direzione gli
Burtschi Brothers (che non sono fratelli innanzitutto…) ne nasce una piacevole collaborazione e un disco in linea con il nuovo fermento red dirt che spira dall’Oklahoma. Se di Mike conosciamo tutto, dei quattro ragazzi a capo del Burtschi sound si sa poco: arrivano dall’Oklahoma (Norman), Travis Linville, Kevin Webb, Rick Fogarty e Chris Foreman, basano la loro musica su una varietà del suono che nasce dall’americana e ingloba country, bluegrass e rock and roll, che ha parecchi fans oltre i confini rossi di casa, “tex-homa land” in poche parole.
Hanno esordito nel 2001 con
Ain’t Being Treated Right, seguito dal
Live in Oklahoma del 2003 per chiudere la loro storia con
Hometown Blues del 2005 e prima di prendere ognuno la propria strada, hanno unito il loro buon songwriting e chitarre jam-band alla voce di Mike McClure. Musica fresca come si può ascoltare dalla piacevole
Feeling We Used To Know, rock in punta di piedi ma deciso con i “fratelli” che danno un saggio del loro amore per le chitarre. Si passano il microfono ma la sostanza non cambia, da
Hometown Blues cantata da Linville, voce calda per un rock fluido a Mike che nelle ballate gioca in casa e
Queen Of The Midnight apre squarci elettrici grazie ai fendenti della band, anche se le vette le raggiunge con
North Platte Blues, meravigliosa ballata notturna tra cowboys boots, mandolini e chitarre acustiche.
Band variegata quella degli
Burtschi Brothers, ma se
Low Down & Lonely cambia registro tra folk-roots in un tentativo non sempre all’altezza delle intenzioni (
Lost In The Dream almeno qualche spunto brillante ce l’ha…) con la vibrante
My Kind Of Town pareggiano il conto, brano delizioso, stesso piano per
If You Loved Me Only, una country boy song affascinante, la spensierata
Burned cantata pensando ai tempi passati, un fascino dal sapore inconfondibile a costruire una seconda parte del disco tra malinconia e riff brillanti. Poi a chiudere ci pensa la meravigliosa
Via Dolorosa, una roots-ballad che solo Mike è in grado di scrivere e l’anima degli Burtschi Brother è quantomai viva al suo fianco.