BACK PORCH MARY (Time of the Broken Heart)
Discografia border=parole del Pelle

     

  Recensione del  15/08/2008
    

Negli ultimi anni i Back Porch Mary sono stati molto occupati, parecchie miglia sono state percorse e tanti nuovi fan si sono avvicinati nei 1000 show sparpagliati per trenta stati che la band ha costruito sulla scia di quel corposo Back Porch Mary, album di debutto dove bastarono solo un paio di canzoni a farli uscire dall’anonimato, seguito da un cd completamente acustico, Honest Hands e infine da The Last Rock Show, incendiario come da una navigata rock’ n’ roll band si pretende, in un 2005 che ha infiammato parecchie arene in giro per l’Oklahoma e il Texas.
Loro cresciuti in piccole fattorie dove se non si lavorava duro giorno per giorno non si guadagnava abbastanza per vivere, hanno trovato ad Austin il trampolino di lancio e il loro Rock ha incrociato le strada polverose texane e le spruzzate roots e country si sino affiancate ai riff potenti dei loro esordi: ne viene fuori il loro disco migliore, Time of the Broken Heart è un signor album, maturo, anche se leggendo tra i tanti versi delle canzoni sembra essere accadato qualcosa al cantante perché da come si lamenta sin dall’iniziale This Band, brano di apertura del disco, “no good girl will ever talk to me, ‘cuz all I got’s this band” che nel resto dei brani, l’amore, le donne, la perdita e le tante riflessioni, fanno pensare che come al solito le donne sono determinanti nell’accrescere le qualità di uomo, cattive o giuste che siano…
Comunque sia, This Band parte con il piede giusto e allo strombazzere delle chitarre il tocco roots si avverte, brano vivace e fluido come i Back Porch Mary ci hanno abituati e Missouri Girl corre spedita con lo stesso vigore ma è con l’elettro-acustica Harsh Light Of Day che il country si affaccia in punta di piedi, donandole quel tipico fascino da roots-ballad.
Il delizioso mandolino che apre We Are The Broken Hearted è una bella sopresa, specialmente quando entra poi la band per una rootsata energica e corale che si impatta con un veloce e irriverente bluegrass Other End Of The Road, violini che corrono davvero veloci allo stesso modo delle chitarre nervose di un hard country quanto mai splendido, The Girl fino al bel rock secco e diretto di Sing You A Song. That Song, Far Far Away e On Her Heart tengono alta la guardia, tra rock e roots e la qualità ne guadagna allo stesso modo di un paio di ballate rurali, I'm To Blame e specialmente Heartache, violino e chitarra ma febbricitante con la voce di Mike a renderla sostenuta.
A chiudere il rockabilly di I Won't Look Back At You e la trascinate Carpe Diem. L’album della maturità per una grande band, Back Porch Mary sana e vigorosa Texas Music.