LOS LONELY BOYS (Forgiven)
Discografia border=parole del Pelle

        

  Recensione del  15/08/2008
    

Nel Southern Texas lo amano particolarmente il loro Texican rock and roll. Al terzo lavoro i Los Lonely Boys proseguono con la stessa mistura creata nella deliziosa San Angelo tra rock, blues, country e tejano. Dal 2000 quando i fratelli Garza hanno fondato la band, Henry alla chitarra, Jojo al basso e Ringo alla batteria, hanno vinto un grammy per la canzone Heaven nel loro debutto del 2003 continuando a riscuotere onorificenze nel 2005 e poi Sacred del 2006 era un ottimo album. Chi non li ha mai visti suonare dal vivo potrebbe pensare che band del genere prima o poi pagano lo scotto del successo, ma questo non accade per questi bravi e talentuosi fratelli, Forgiven (registrato agli East Side Stages ad Austin) è la riprova delle loro qualità che il loro produttore, il batterista Steve Jordan, ha preferito tenere distanti in sala di registrazione, ingabbiando ognuno di loro in stanze singole a suonare le sessioni live, poi confluite nel disco, che hanno risaltato lo spirito giusto e basta ascoltarlo per rendersene conto (senza dimenticare il prezioso apporto di Dr. John all’Hammond che come Willie Nelson sul loro primo disco, ha lasciato un’impronta indelebile).
Heart Won't Tell a Lie apre il disco con un hard driving latin-blues che Steve Ray Vaughan apprezzerebbe molto e chi si aspetta una grondata di rock-blues viene preso in contropiede dalla deliziosa Forgiven, giocata tutta sull’incrocio delle loro voci, che fa da contraltare con il lato latino, quello più romantico, lontano dalle sdolcinatezze ma curando l’arrangiamento nei minimi dettagli con graffianti chitarre in sottofondo o con armonie elettro-acustice dai sapori tex-mex di sicuro impatto come la solare Staying with Me e soprattutto nella passionale e splendida Loving you Always. Ragazzi di talento che tornano a ringhiare con I'm A Man, una cover azzeccata, periodo anni ’60, della Spencer Davis Group (ripresa anche dai Chicago) con il ricordo di Hendrix che scorre lungo le corde delle loro chitarre, Make it Better mostra la forza della band anche quando si allontana dal loro terreno naturale ma l’accelerata finale non mi dispiace affatto.
Si torna al territorio di confine con Love Don’t Care About Me, dolce border song. I blues non sono spariti e la parte finale ne è pregna… dalla chitarristica Cruel, alla godibile You can’t See the Light con Dr. John all’ Hammond B3 Organ, ai fasti stradaioli di una energica Superman, l’attraente Another Broken Heart altro blues con un discreto lavoro di squadra per chiudere felicemente con la salutare Boys the Way I Feel. (A dire il vero ci sono anche due bonus-track, dipende dalla confezione che avete tra le mani, There's A War Tonight altro rock-blues niente male e Guero In The Barrio, rap-latino molto particolare con trombe mexicane, il tutto molto affascinante). Viva i Los Lonely Boys