RENEGADE RAIL (Ragged)
Discografia border=Pelle

  

  Recensione del  15/08/2008
    

Essere tra i clienti fissi ma non paganti del Wormy Dog Saloon, Horse Saloon e Longhorn’s Saloon da subito un’idea dello scenario preferito da questa outlaw roots band, dedita ad un suono muscolare tra essenza red dirt e il temperamento southern. Dal Missouri arrivano quindi i Renegade Rail, quattro ragazzi che si sono affacciati sul mercato discografico nel gennaio del 2004 pubblicando Derailed, a cui è seguito It’s Not Us che ha contribuito ad allargare la loro popolarità (anche grazie al singolo Heroes, storia di forte impatto sulla vita di quelli che restano i veri eroi al cospetto di una guerra, e di chi decide di giocare con le vite di giovani ragazzi) ma comunque un po’ tutto il quotidiano scorre nei loro testi, non rinunciano alla vita vera perché ben si adatta all’energia che scaturisce dalle loro esibizioni dal vivo. Musica energica, “Blue Collar Music” viene etichettata dalle loro parti, ma mi sa che conoscono poco Mike McClure, uno dei tre che hanno prodotto il disco.
Tutte le canzoni scritte dal leader Mike Munsterman e dal batterista Eric Kullman, ecco allora Ragged: Cardboard apre il disco, un rock molto texano che ti da la sveglia tra chitarre e racconti di un tizio in fuga da una relazione che ha poco di costruttivo, bella la voce di Mike come il violino che corre veloce nel country-roots di Teach You How To Fly, e l’accoppiata con il banjo e chitarra acustica dona quel fascino agreste ad un brano toccante che Vincent accompagna fino a che la band entra in punta di piedi in Just You And Me, sentimenti per un roots fiero e indovinato che si affianca alla piacevolezza di If This Ain’t Texas, altro brano intenso e felice.
A spezzare l’idillio, una tambureggiante e trascinante Need for Speed, bella cupa e non solo i corridori della NASCAR potranno ben apprezzare… che non va ad impattare con Johnny Cash, il whisky, un piano ballerino e il country chitarristico di Time Machine. Mischiano le carte i Renegade Rail ma tutto fila liscio e Moonshine è un ottimo esempio, suono diretto e violini battaglieri. Parentesi acustica con la divertente Fat Girl and Weed, (Let’s all i Need cantano e forse sotto l’effetto dell’erba può starci pure). A chiudere una “dedica” a Nashville dall’Oklahoma sound con la carica di Red Dirt, restando in tema con le brillanti Evening News, Not Here For A Long Time e Crazy.